Sigourney Weaver: “Dite ai registi italiani che sono disponibile”

La 75enne diva americana riceve il Leone alla carriera della 81ma Mostra di Venezia. "Mi sono innamorata del cinema grazie a Fellini, Antonioni e De Sica"


VENEZIA – “Mi sono innamorata del cinema grazie agli italiani, Federico Fellini, Michelangelo Antonioni e Vittorio De Sica. Il cinema italiano lo sento ancora come un pianeta lontano ma ora il Leone d’oro alla carriera me lo avvicina un po’, forse ci dovrebbe essere una clausola che stabilisce la possibilità di girare in Italia dopo il Leone, fa parte del pacchetto. Pensate che il primo film che ho visto insieme a mia figlia Charlotte, che si è appena sposata, è stato Divorzio all’italiana, curioso no? Dite ai registi italiani che io sono disponibile”.

Sigourney Weaver, Leonessa alla carriera della 81ma edizione della Mostra, infiamma la sala stampa con le sue battute dirette, la sua simpatia immediata, anche qualche gag, come quando non riesce ad usare le cuffie per la traduzione e ammette “le ho rotte io”. Indossa una rigorosa camicia bianca che le illumina il viso solare e radioso, una cravatta nera con una spilla a forma di leone, un look vagamente maschile, che sembra corrisponderle perfettamente ed esalta la sua bellezza non intaccata dal tempo. Tra poche ore riceverà l’applauso del Palazzo del cinema nella serata d’inaugurazione.

Intanto si emoziona parlando di Kamala Harris quando un giornalista spagnola le fa notare che i suoi ruoli, e soprattutto quello di Ripley in Alien, hanno contribuito non poco all’empowerment femminile che ha portato alla sua candidatura alla presidenza. “Sono così eccitata per Kamala. Pensare che anche un solo momento del mio lavoro abbia a che fare con la sua ascesa, mi rende felice e proprio perché è vero, tante donne mi ringraziano per quello che ho fatto”. E ancora sulla candidata democratica: “Dal 2016 è stata dura e sono molto grata che ora ci sia lei”.

La 75enne attrice americana, celebre per film come Gorilla nella nebbia, Una donna in carriera e per le saghe di Alien, Avatar Ghostbusters, beve un sorso d’acqua scherzando, “Scusate, ho bisogno della mia vodka”. Tra i temi toccati anche l’età delle attrici: “Improvvisamente hanno deciso che una donna più matura può recitare personaggi interessanti e hanno cominciato a scrivere parti apposta per noi. Abbiamo smesso di fare le suocere per cominciare a essere persone reali, come sono persone reali le spettatrici che ci vengono a vedere”.

Ma è vero che sceglie sempre personaggi di donne toste e forti, prima fra tutte l’iconica Ripley? “Me lo chiedono spesso, ma è una strana domanda, io semplicemente interpreto delle donne e le donne sono forti per definizione e non si arrendono. Non possiamo arrenderci. Dobbiamo tenere duro”.

Infine, tra le sue fonti di ispirazione cita Bette Davis e Ingrid Bergman, che aveva conosciuto quando era molto giovane, durante una lunga tournée teatrale. “Era sempre molto gentile con me e ricordo che si ruppe una caviglia e recitò in sedia a rotelle”.

Una carriera, la sua, ricca di film diversissimi, tra i più recenti anche Il maestro giardiniere di Paul Schrader: “Ritengo di essere molto fortunata, ho potuto fare tanti film e tutti molto belli. Spesso mi dico: perché dovrei fermarmi? E’ tutto così eccitante e devo ancora fare due Avatar“.

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28 Agosto 2024

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