Un terapeuta in lutto, Jimmy Laird (Jason Segel), rompe le regole della professione e decide di dire ai suoi pazienti esattamente ciò che pensa, ignorando etica e formazione: lui ha perso la moglie Tia e vuole sperimentare un approccio per affrontare la mancanza, si ritrova così a stimolare consistenti cambiamenti alla propria vita e a quelle delle altre persone, non senza contraccolpi… Harrison Ford lo affianca come dottor Rhoades, ruolo con cui ha debuttato in una serie nel 2023, cosa che potrebbe stupire considerata la carriera stellare dell’attore americano, ma nemmeno troppo se si riflette che “Indiana Jones” abbia affermato la sua professione in un’epoca in cui il grande schermo troneggiava rispetto al piccolo e rispetto al seguito e alla produzione di cui questo secondo ora beneficia, soprattutto grazie alle piattaforme, come Apple TV+, su cui la serie Shrinking – arrivata alla sua seconda stagione dal 16 ottobre al 13 novembre 2024 – viene trasmessa: dunque, Ford, a 82 anni, torna a recitare per lo streaming.
Il suo Rhoades è uno psicoterapeuta acutissimo e pragmatico, la cui schiettezza può rasentare la ruvidità, ma senza che mai perda il disegno di un sorriso sul volto: il personaggio di Ford è titolare di uno studio all’avanguardia sulla psicoterapia, che si occupa di terapia cognitivo-comportamentale. Phil Rhoades è medico ma è anche “paziente” in questa vicenda, seppur di un’altra branca, infatti gli è stato diagnosticato il Parkinson che per lui – l’autonomia fatta a persona! – è non solo una malattia da affrontare ma anche una circostanza che lo costringe a misurarsi con un modus vivendi distante dal suo proprio: gli tocca fare i conti con una ingombrante presenza delle persone vicine e con il tema dell’eredità, e – sullo sfondo – una situazione famigliare complessa.
Di certo, Ford è la punta di diamante di questa serie, che ha in sé il talento della dramedy scritta ad arte, capace di essere una storia che – pur trattando di malattia, sia essa psicologica o fisica, dunque una tematica decisamente seria – si restituisce con spirito grazie all’efficacia della sceneggiatura, da cui si delineano i caratteri in scena, conferendo un’atmosfera capace di stemperare il carico intrinseco: il cuore del racconto è il personaggio di Segel, anche co-sceneggiatore insieme a Brett Goldstein e Bill Lawrence (creatori di Ted Lasso).
È una commedia sulla verità, sull’essenza della verità, sull’essere franchi con chi ti trovi di fronte, da essere umano e da medico, e il tutto si gioca sulla scacchiera delle emozioni, scure in principio, perché nate da un lutto o dalla diagnosi di una patologia, eppure vive, dunque in continua progressione e trasformazione verso una forma tutt’altro che buia: l’umorismo della serie è sofisticato, rilassante per lo spettatore, capace di fare intrattenimento, ma non appiattito sullo stesso, perché stimola alla riflessione sulla realtà delle cose, però senza condurre nell’abisso dell’arzigogolo cerebrale, piuttosto facendosi chiave capace di aprire spiragli di luce e d’ironia, emozione intelligente e salvifica di fronte all’inevitabile vulnerabilità dell’essere umano, che – dalla serie – evince di poter/dover essere un unicum, ma vibrante e vitale se capace di considerarsi parte di un sistema ramificato e intercomunicante, ovvero quello dei rapporti con gli altri esseri umani.
Shrinking non restituisce “medicine di vita”, ma profili umani realistici, tridimensionali, per questo accattivanti e mai immobili: racconta un’evoluzione continua del sé, perno principe dell’essere umano, che si fa grande quando non stanziale nel proprio micro universo, ma quando capace di mettersi in discussione, di uscire dalla propria zona di comfort, secondo una visione meno egocentrica e più olistica dell’esistenza.
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