Il Museo Nazionale del Cinema di Torino propone sul proprio canale Vimeo, ogni mercoledì a partire dal prossimo 22 aprile, 7 comiche brevi realizzate all’inizio del XX secolo, appartenenti a un fondo di pellicole 28mm Pathé KOK conservate dal Museo. Il progetto di digitalizzazione è stato effettuato nel 2017 dal Museo Nazionale del Cinema, dalla Cinémathèque de Toulouse e dalla Cinémathèque de Nouvelle Aquitaine, e presentato in anteprima nel 2018 alle Giornate del Cinema Muto di Pordenone. La riparazione delle copie e la scansione in 2K sono state realizzate a Limoges dalla Cinémathèque de Nouvelle-Aquitaine, il lavoro di stabilizzazione dell’immagine alla Cinémathèque de Toulouse. Si ringrazia Gaumont Pathé Archives per il contributo nell’identificazione dei film. I filmati verranno messi online anche sui canali dei partner dell’iniziativa.
“Siamo molto felici che il Museo possa far conoscere queste chicche – afferma Domenico De Gaetano, direttore del Museo Nazionale del Cinema – che fanno scoprire questo particolare sistema di proiezione, testimone di un’epoca di grande fermento cinematografico e che mette ancora una volta in luce l’importante ruolo sociale che il cinema ha avuto sin dalla sua nascita”.
Il formato Pathé Kok può essere considerato a tutti gli effetti l’antenato dei VHS e dei DVD. Nel 1912 una delle maggiori industrie cinematografiche mondiali dell’epoca, la Pathé, lancia il suo primo sistema di cinema domestico, un proiettore da salone 28mm curiosamente somigliante alla macchina da cucire Singer. La pubblicità recita: “KOK: Il cinema a casa vostra! La gioia dei grandi, la felicità dei piccini”.
La lungimirante strategia della Pathé permetteva così di allargare il mercato e allo stesso tempo di riciclare vecchi film inserendoli in un nuovo catalogo: i film in 28mm sono infatti quasi sempre una ristampa di film in 35mm realizzati prima del 1912. Il sistema Pathé Kok fu una novità assoluta, destinata alla piccola distribuzione (familiare, scolastica, itinerante, rurale e da fiera) caratterizzata dallo sfruttamento delle copie sino a usura totale. È questa una delle ragioni per cui gli elementi sopravvissuti sono rarissimi e quasi mai in buone condizioni.
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