Sesto Cifola: “I budget ridotti rallentano il Marché”


CANNES – Non è solo il concorso a sembrare meno importante degli altri anni qui sulla Croisette, anche il Marché pare meno in forma rispetto ad altre edizioni. Forse a causa della crisi e della paura di investire in acquisti o per le spese di trasferta, che da queste parti sono sempre proibitive, fatto sta che il mercato del festival n. 63 è lento. Almeno stando a quanto raccontato a CinecittàNews da Sesto Cifola, il responsabile delle vendite estere di Rai Trade. “Il Marché è ancora l’appuntamento più importante per seller e buyer il che rende il Festival di Cannes il posto dove essere assolutamente presenti, eppure ho notato una certa flessione – ci ha detto Cifola – Mi sembra che ci siano meno acquirenti e che la tendenza generale sia quella di restare per meno tempo. Anni fa si passavano almeno 5 giorni tra palais e meeting negli alberghi, ora per molti è già un traguardo fermarsi 3 notti”.

A inizio festival però lo staff direttivo del mercato aveva fatto un quadro diverso. Con numeri in crescita e alberghi meno rigidi nelle prenotazioni.
E’ innegabile che la città sia cara, ma questo è solo un aspetto. Il Marché ha i suoi dati, ma ho l’esperienza per dire che il trend è differente: le vendite vanno a rilento

Quali sono a suo giudizio le cause?
I budget ridotti. Lo scorso anno eravamo in piena crisi eppure i contratti si chiudevano prima. In quest’edizione invece abbiamo sottovalutato la congiuntura economica, pensando che ne eravamo fuori, o quasi.

Invece?
Ci sbagliavamo. Il problema della riduzione dei budget è enorme perché significa venire qua sapendo di poter comprare magari un solo titolo, mentre un tempo al Marché si chiudevano quote importanti di listino.

Cosa sta proponendo Rai Trade e che affari avete concluso?
Stiamo seminando parecchio su Happy Family di Gabriele Salvatores. Anche in questo caso mi aspettavo una ricezione più pronta e invece c’è parecchia titubanza. Spero di poter chiudere un accordo a giorni per distribuirlo in America Latina e Spagna, ma c’è interesse anche da parte degli Stati Uniti e due giorni fa abbiamo avuto una riunione con i francesi.

Perché tutto questo temporeggiare?
E’ una questione sempre riconducibile al taglio del budget: i buyer non si chiedono tanto se possono comprare il film quanto se la compagnia potrà sostenere i costi successivi come un’adeguata campagna pubblicitaria, ad esempio. I compratori oggi non si prendono più rischi. Prima si vedeva un film e lo si comprava, oggi lo fanno vedere anche al capo marketing poi ad un manager e così via. C’ è un grosso timore nell’investire. Ci si lancia di più solo se il film ha all’attivo dei premi.

Avete altri film su cui sperate di chiudere presto un accordo?
Gorbaciov – Il cassiere con il vizio del gioco di Stefano Incerti. Attualmente è al missaggio ma ne ho cominciato a parlare con Germania e Giappone che hanno visto degli estratti e gli sono molto piaciuti. E’ un film che credo si venderà bene anche per la partecipazione di Toni Servillo che ormai è notissimo all’estero per via di importanti tournèe teatrali, non solo per il cinema. La settimana prossima spero di poter iniziare le prevendite del film, ma il grosso del lavoro di semina lo farò in autunno.

Come mai?
Perché ci auguriamo la partecipazione del film a un festival di punta.

Vuol dire che Gorbaciov va alla Mostra del cinema di Venezia?
Forse. C’è anche Toronto in quei giorni.

autore
20 Maggio 2010

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