VENEZIA – “Mi chiedono spesso se gli artisti possano influenzare il mondo e far cambiare la politica sociale. Nel caso di Oleg Sentsov i politici si stanno rifiutando di dare ascolto alla voce della ragione. Io rinnovo l’appello affinché la sua tragedia umana si concluda e venga liberato al più presto”. Lo ha detto il regista Sergei Loznitsa, in apertura della conferenza stampa del documentario Process, su un grande processo farsa stalinista del 1930, presentato fuori concorso alla Mostra del cinema di Venezia. Loznitsa, bielorusso cresciuto in Ucraina, ricorda: “Sono venuto a Venezia la prima volta nel 2015 e avevo protestato per l’arresto di Oleg. Sono tornato nel 2016 con il mio documentario Austerlitz e avevo protestato per la sua condanna a 20 anni e il suo trasferimento in una prigione di massima sicurezza nel nord della Russia. Già allora era partita una mobilitazione a livello internazionale che chiedeva la sua liberazione da parte di artisti, politici, Premi Nobel, organizzazioni internazionali. Ora Sentsov è da quattro anni in prigione ed è al 117° giorno di sciopero della fame, che ha iniziato a maggio, si è ampliata la mobilitazione internazionale, ma non veniamo ascoltati”. Per la liberazione di Sentsov, qualche giorno fa alla Mostra aveva fatto un appello anche il regista russo Victor Kossakovsky, commuovendosi fino alle lacrime.
E anche la giuria internazionale, composta da Guillermo del Toro (presidente), Sylvia Chang, Trine Dyrholm, Nicole Garcia, Paolo Genovese, Malgorzata Szumowska, Taika Waititi, Christoph Waltz e Naomi Watts “manifesta estrema preoccupazione per le condizioni fisiche del regista Oleg Sentsov condannato a vent’anni di reclusione da un tribunale militare russo nel 2015, prigioniero da più di quattro anni nel nord della Siberia, che avrebbe perso circa trenta chili dal 14 maggio, giorno di inizio del suo sciopero della fame”.
Militante contro l’annessione della Crimea alla Russia, il cineasta e scrittore Oleg Sentsov è stato imprigionato, torturato e accusato di avere organizzato atti terroristici in Crimea, dopo un processo che con evidenza non ha rispettato i diritti della difesa. Nonostante la condanna della detenzione di Sentsov da parte di Stati Uniti e Unione europea, il cineasta non è stato ancora liberato.
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