C’era una volta (nel 2013) Il regno di ghiaccio, e c’è oggi (2019) Il segreto di Arendelle: la storia di Frozen, con le sorelle Elsa e Anna al centro della narrazione, torna dopo 6 anni dal primo capitolo, che aveva avuto il potere di avvincere e affascinare pubblici di tutto il mondo e di tutte le età, all’apparenza rivolto “solo” ai più piccoli.
Il primo film ha fatto la Storia del cinema, del Box Office e del pubblico, così Frozen torna con un testo sovraccarico di suggestioni, che l’animazione raccoglie perfettamente, sfiorando addirittura il tema della morte: “ Tutti noi che ci occupiamo di animazione prendiamo molto sul serio le tematiche di cui sono portatori i nostri film, per noi sono fondamentali il messaggio di speranza e le ispirazioni, ma non siamo predicatori di messaggi: Elsa ha qui un legame fortissimo con la Natura, anche questo può essere un messaggio da adottare, facendo ogni sforzo per entrarci in connessione”, dice Chris Buck, co-regista del film con Jennifer Lee, recente capo animazione Disney, seguita allo storico John Lasseter, di cui lei stessa racconta: “Una cosa che lui ha fatto è stato aver messo su un team fantastico e in fase di transizione cercare di supportarci per fare il film più bello che potessimo; abbiamo potuto fargli tante domande, c’è stata grande cooperazione in un gruppo di lavoro che si conosce da oltre 10 anni”, e continua spiegando: “Abbiamo ricominciato perché le protagoniste sono affascinanti e c’era ancora molto da dire. Bisognava essere fedeli ai personaggi e abbiamo pensato al loro futuro: con la loro forza avrebbero potuto arrivare ovunque; abbiamo cercato di lavorare tutti all’unisono. Queste due donne sono a capo del loro regno, non passano il tempo a danzare, sono donne con responsabilità sulle spalle: non mollano mai, non abbandonano mai la lotta, questo mi ha spinta a portare avanti la storia. Abbiamo dovuto concentrarci per conoscere meglio Elsa, abbiamo pensato anche all’ipotesi dell’amore omosessuale, ma credevamo non fosse pronta per quel tipo di sentimento, perché concentrata sull’amore per la sorella e il regno. Per me personalmente lo spirito di Cenerentola era stato importante e forse oggi sono Anna ed Elsa a comunicare la capacità di non arrendersi mai, mettendo il loro affetto al primo posto”.
Le sorelle a cui nella versione italiana danno la voce e il bel canto Serena Autieri (Elsa) e Serena Rossi (Anna), per cui fare questo secondo film di Frozen: “È una grande possibilità che ci è stata ridata: io, da donna, sono orgogliosa di poter raccontare ai più piccoli la forza, la determinazione e l’amore come stimolo per poterci salvare; bella è anche la riflessione sul passato che permette di avere uno slancio in avanti. Il film mi ha mosso dentro davvero tantissime cose, mi ha fatto venir voglia di fare un altro figlio, di chiamare mia sorella ogni giorno! Ho pianto tantissimo in sala doppiaggio, perché ti immedesimi”.
Sentimento non distante da quello di Enrico Brignano, anche lui tornato nel mondo di Frozen nel ruolo del dolcissimo pupazzo di neve Olaf: “Quando all’inizio mi avevano chiesto di doppiare un pupazzo di neve ho fatto il provino abbastanza scettico, ma ho accettato di rischiare di mandare anche le mie prove cantate in America per essere valutato: non sapevo però nulla del lato emozionale che mi avrebbe poi coinvolto, perché nel frattempo è nata mia figlia, e sentivo non fosse un provino per Disney ma per mia figlia. L’occasione di ridoppiare il personaggio mi ha devastato psicologicamente: dopo la visione originale del film, noi attori siamo rimasti basiti per la bellezza e la completezza del racconto, pensato per toccare le corde di fanciulli, che in fondo siamo”.
Sono state prima una nipotina e poi la figlia a muovere anche le corde di Giuliano Sangiorgi dei Negramaro, per la prima volta nel mondo Disney di Frozen, dove canta il brano finale, Nell’ignoto: “Credo di averlo fatto per un nuovo amore appena arrivato, mia figlia Stella di un anno, e ‘per vendetta’, che risale a Frozen I: facevo trasferte in macchina con mia nipote Sole e uscivo da ore e ore di ascolto delle canzoni della colonna sonora del film: da oggi entrerò io nelle orecchie di tutti!”.
“Con la musica abbiamo cercato che il film fosse come il secondo atto di un musical di Broadway”, precisa Buck, che tiene a far notare anche un altro aspetto artistico del film: “Abbiamo un costumista e un assistente che sono eccezionali, hanno disegnato loro i costumi: quattro nuovi, per Anna e Elsa, sono i costumi nel film, ma ne abbiamo visionati centinaia e gli abiti sono serviti per mostrare la loro maturazione”, come sostiene anche Peter Del Vecho, produttore: “Il motivo per cui Anna e Elsa sono potenti nel mondo è per la complessità dei loro caratteri, queste due donne sono portatrici di aspetti universali che determinano un dibattito. Elsa e Anna sono come delle persone all’alba della loro vita, ancora possono fare molto”, frase che potrebbe aprire uno spiraglio su un terzo capitolo della saga, così commentata da Chris Buck: “Ci scherziamo sempre su un terzo atto: girare un film così è come un triathlon, dopo il primo c’è voluto un anno di pausa per iniziare a pensare al secondo e rinnamorarci dei personaggi, quindi… riparliamone tra un anno!”.
E nel frattempo, dal 27 novembre, andiamo in sala per Frozen II – Il segreto di Arendelle.
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