Tra il contro-esodo vacanziero e l’avvio della Mostra di Venezia rischia di sfuggire la deliziosa, dolce amara commedia francese sulla coppia contemporanea, in epoca di rapporti precari, L’amour flou Come separarsi e restare amici, testo dichiaratamente autobiografico dell’attrice figlia d’arte Romane Bohringer in coppia (che scoppia) con il marito attore Philippe Rebbot.
I due – nel film scritto, diretto e interpretato da loro stessi – raccontano con poco pudore e molta poesia, un divorzio sui generis e anche un’utopia concreta per amarsi per sempre al di là di tutto. Due figli, un cane e dieci anni di convivenza non bastano a mantenere accesa la fiamma tra loro: ormai mal si sopportano, litigano di continuo e ardono dal desiderio di fare altre esperienze erotiche o esistenziali. Dopo qualche scaramuccia, anche perché Philippe è restio ad andarsene di casa, mentre Romane non vorrebbe mai vendere la dimora, arriva l’idea geniale di lei: traslocare in un sépartement: due appartamenti autonomi collegati dalla camera dei bambini. Soluzione audace e geniale – anche se malvista da parenti e amici – per salvaguardare i piccoli ma anche quel che resta, e non è poco, del loro rapporto. Ovviamente, l’andirivieni tra i due spazi non proprio autonomi crea tante situazioni buffe, paradossali e tenere, anche per l’inevitabile incursione di amanti più o meno occasionali dell’una o dell’altro.
L’amour flou è il primo film come sceneggiatori e registi di due attori abbastanza istrionici e coraggiosi da mettersi in scena con tutti i loro tic e nevrosi ma anche struggenti dolcezze e tanta autoironia, evitando le trappole dell’eccesso di narcisismo pur dietro l’angolo. Tanti e tutti azzeccati anche i personaggi di contorno: il cinoflilo intransigente (Reda Kateb), il preside calvo che odia i capelloni (Gàbor Rassov), la giornalista e politica Clémentine Autain, esponente del partito La France Insoumise, nel ruolo di se stessa, una presenza fortemente voluta da Philippe, infine l’amante allergica e i due gay con ansia di paternità.
“Tutto è iniziato nel 2016 – spiega Romane – vivevamo insieme a casa nostra, ma non eravamo più innamorati. Era una situazione pesante. Per non far esplodere la nostra amata famiglia, ho incontrato un costruttore immobiliare e lui ha pensato di far unire due appartamenti distinti dalla stanza dei bambini”. Interviene Philippe, riassumendo la filosofia del progetto: “La nostra coppia è esplosa, ma la nostra famiglia no. Non ti amo più come moglie, ma ti amo come madre, amo la tua personalità. Il fatto di non riuscire più a vivere insieme è un conto, ma tengo tanto a tutto il resto”.
In uscita con Academy Two dal 29 agosto.
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