Sentsov: “Stiamo resistendo alla tirannia”

Registi dall'Ucraina, aiutateci non è un film ma tragedia vera. Valentyn Vasyanovych, autore di Reflection incentrato proprio sulle torture russe, afferma: "Resto a Kiev"


“La Russia ha lanciato una guerra su vasta scala contro l’Ucraina. Ora più che mai abbiamo bisogno dell’aiuto della comunità internazionale e di chiunque capisca che la guerra domani potrebbe essere alla tua porta. Abbiamo parlato della guerra nell’Ucraina orientale nei nostri film per otto anni. Li hai visti ai festival. Ma questo non è un film, ma la nostra realtà. E oggi questa realtà si è diffusa in tutto il nostro Paese senza eccezioni. I cineasti ucraini ti chiedono di non tacere e di non farti da parte. Chiedono aiuto e alcune azioni che possono aiutare l’Ucraina a riconquistare la pace”, scrivono gli autori ucraini in un documento collettivo rilanciato sui media di cinema come Deadline.

E Oleg Sentsov, il regista e attivista imprigionato in Russia, difeso da Amnesty International e su cui la comunità internazionale di cinema si era mobilitata per il rilascio dopo un processo costruito ad arte, dichiara: “Putin non si ferma all’Ucraina. Questa è una guerra su vasta scala. Questa è una sfida per l’intero mondo democratico. Non stiamo solo difendendo la nostra terra, stiamo resistendo alla tirannia imminente. Il tempo della preoccupazione è finito. È tempo di lottare per la libertà e la verità”.

Valentyn Vasyanovych, il regista di Reflection (foto) incentrato proprio sulle torture russe afferma: “Resto a Kiev. Voglio essere tra persone consapevoli della loro appartenenza etnica, culturale e politica. Voglio essere tra queste persone per acquisire esperienze importanti che mi aiuteranno a creare storie vere su di loro. Voglio far parte di una forza che porterà alla distruzione dell’impero del male”. 

25 Febbraio 2022

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