Opinioni diverse, a volte opposte. La critica si divide sul film di Silvio Soldini. Soprattutto è motivo di contrasto nel recensire Brucio nel vento (leggi la recensione su www.cinemazip.it) il lieto fine, che “tradirebbe” il romanzo di Agota Kristof Ieri, a cui il regista si è liberamente ispirato.
Per Roberto Nepoti, la Repubblica, la rinascita del cinema italiano, dopo Muccino e Moretti, continua e “lo dimostra una produzione coraggiosa e difficile come Brucio nel vento, film forse non perfetto ma bello, intenso e struggente”. E’ l’opera migliore di Soldini per Nepoti, “nettamente superiore al celebrato Pane e tulipani“.
Anche per Mario Sesti (Kataweb) il regista ha raggiunto la sua maturità artistica con “un film notevole ma esigente, preciso come un elettrocardiogramma nella registrazione del malessere e saldissimo nel suo stato d’animo. Più solido che trascinante. Ma spinge all’ammirazione per le risorse di immagini con le quali illustra le allucinazioni liriche e surreali del romanzo”.
Di segno del tutto contrario su Diario il giudizio di Marco Lodoli, traduttore tra l’altro del romanzo di Agota Kristof, che esprime la sua delusione e anche la sua irritazione per il finale diverso dall’originale, come se un film su Giulietta e Romeo terminasse con i due che si sposano felicemente.
Anche per Fabio Ferzetti, Il Messaggero, la pellicola sconta “un improbabile happy end, servito da immagini preziose ma fredde, esteriori, letterarie”. Secondo il critico cinematografico del quotidiano romano, Soldini ha finito per svuotare i personaggi e la storia ribollente a forza di raffreddare la materia incandescente del romanzo.
Per Maurizio Porro (Corriere della Sera) il film, che rimanda a Il grido di Michelangelo Antonioni, è invece bellissimo, un frenato melodramma, la conferma della vitalità di Soldini. “Dopo un folgorante inizio in digitale in cui caschiamo dentro l’incubo del protagonista, la pellicola ci porta dentro la sua angoscia esistenziale e sociale – scrive Porro sulle pagine del quotidiano milanese – così come il film si altalena tra le cupezze di un disardono realismo e la voglia di effetti fantastici”.
Gian Luigi Rondi, su Il Tempo, parla di un’operazione di stile, che non cede mai alla retorica ma nemmeno a un sospetto di emozione. Un’opera rigosa nei toni e negli accenti, diretta “con sapienza e intelligenza. Un film arduo, se si vuole, dove però il gelo si scioglie nel calore e il calore si idealizza nel gelo”.
Infine anche Lietta Tornabuoni, su La Stampa, scrive di un film bello, nel quale l’intensità del racconto sulla brutta vita quotidiana raggiunge un’ammirevole maestria. Un film che s’affida alla fotografia di Luca Bigazzi, “meravigliosa, ricca di semplicità, forza e raffinatezza”.
Complimenti innanzitutto ai due attori protagonisti, “perfetti”, vengono da Enrico Magrelli, Film Tv, che giudica il film “denso e intenso, con momenti molto belli, anche se certi riavvolgimenti della storia su se stessa… affievolisce la veemenza della passione”.
L'artista Luca Musk e Franco Bellomo presentano il progetto espositivo dedicato al Maestro del Brivido. Una collezione di illustrazioni d'atmosfera che fanno rivivere i set di Argento e la loro magia
Il documentario d'esordio di Alessandra Stefani ci porta in un viaggio lungo i quattro continenti alla scoperta delle prospettive che ci offrono i più importanti architetti contemporanei per un mondo più sostenibile. In sala con Adler dal 27 al 29 settembre
La redazione va in vacanza per qualche giorno. Riprenderemo ad aggiornare a partire dal 2 gennaio. Auguriamo un felice 2018 a tutti i nostri lettori.
E' ancora Cattivissimo 3 a guidare il box office per il terzo weekend, con 2.471.040 euro. Al 2° posto, con 1 mln 919mila euro, sfiorando i 6 mln totali, il kolossal di Christopher Nolan Dunkirk