“La misura della grandezza di Federico è confermata anche dalle scomposte reazioni dei molti critici nei suoi confronti”. Così il regista Ettore Scola, presidente della Fondazione Fellini, attacca alcuni critici italiani, come Fofi, Buzzati, Fortini, Lanocita, che a suo tempo non capirono l’estro di Federico Fellini. Lo spunto è venuto da un intervento di Giampiero Brunetta durante il convegno riminese dedicato al grande regista. Il critico cinematografico aveva rievocato i difficili rapporti della stampa italiana con il cineasta, osannato all’estero ma bistrattato in Italia. “Sono stati tentativi di sminuire la grandezza di Federico che però hanno diminuito solo chi li ha fatti – ha continuato a margine Scola – Per fortuna Fellini non soffriva di complessi di inferiorità, incassava bene e continuava a divertirsi lo stesso. Era nel suo carattere prendere le cose con una certa ironia. Negli ultimi tempi, però, non succedeva più facilmente. Federico era diverso, stanco e amareggiato: purtroppo la malattia stava avanzando inesorabilmente”.
Durante il convegno riminese si è parlato anche dell’effetto ‘aceto’, cioè il deperimento irreversibile delle vecchie pellicole sottoposte a usura. Nei tre giorni di convegno Rimini ha ragionato soprattutto su come “conservare, valorizzare, trasmettere” l’estro felliniano.
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La redazione va in vacanza per qualche giorno. Riprenderemo ad aggiornare a partire dal 2 gennaio. Auguriamo un felice 2018 a tutti i nostri lettori.
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