Ettore Scola non c’è, trattenuto al missaggio di Concorrenza sleale, ma c’è un backstage del suo film. E c’è Diego Abatantuono, ironico e sornione protagonista con occhiali da sole a specchio dalle lenti azzurre. Alle 16.30 del 5 setttembre, nel padiglione di Cinecittà sulla terrazza dell’Hotel Excelsior, teatro della mondanità veneziana, si tiene la presentazione dell’ultimo film del regista de La cena e La famiglia, con distribuzione Medusa. Fanno gli onori di casa Felice Laudadio, presidente di Cinecittà Holding, Tonino Moré direttore degli studios, il produttore della Mass Franco Committeri, che ha convinto il regista a fare questo film, e Gianpaolo Letta della comunicazione Medusa.
Concorrenza sleale è stato, interamente girato negli studios di Cinecittà, su idea dello scenografo Luciano Ricceri: una megaproduzione italiana che si affianca e si passa la staffetta con le grandiose installazioni delle Gangs of New York, e segna un momento di rinnovata vitalità per i celebri stabilimenti sulla Tuscolana. Se da una parte anche George Lucas, in visita al set di Scorsese, pare si sia complimentato per lo spettacolo mai visto prima regalato dalla scenografia di Ferretti, Ricceri può rifarsi con i passanti che hanno scambiato la sua ricostruzione del quartiere romano di Prati tra il ’37 e il ’39 per una strada vera.
Per il suo ultimo film, Scola ha girato “in famiglia”, comprimendo le 12 settimane di lavorazione previste in 11, ma senza fretta e senza ansie, come raccontano Committeri e Abatantuono. E intanto Armando Trovajoli, collaboratore fisso del regista, sta scrivendo le musiche. Nel cast anche Sergio Castellitto e, per i rapporti con la Francia da sempre intrattenuti dalla Mass, Gérard Depardieu. Abatantuono, che è alla Mostra anche in qualità di coproduttore di Denti dell’amico e sodale Salvatores, rifiuta di sbottonarsi sulla trama di Concorrenza sleale, che affronta la spinosa questione storica dell’introduzione delle leggi razziali in Italia, per rispetto nei confronti del regista. Il suo, spiega, non è un personaggio di “cattivo”, anzi, vivrà una sorta di recupero morale di se stesso: “In questo film – spiega l’attore – i buoni sono gli ebrei, e non sono pochi, costretti a subire la crudeltà delle leggi razziali. I cattivi sono quei 50 milioni di italiani che non hanno fatto nulla per impedire che questa legge venisse fatta e applicata. Il mio personaggio non è più cattivo di altri, è solo italiano come tutti gli altri. Non ci sono né buoni né cattivi, c’è solo da pensare”.
Concorrenza sleale uscirà nelle sale a febbraio. Non è il solo film italiano di questa stagione Medusa, che intanto porta a Venezia La lingua del Santo di Carlo Mazzacurati e in sala a ottobre Malèna di Giuseppe Tornatore, a cui seguirà Non ho sonno di Dario Argento. Mentre già si pensa ai prossimi film di Bernardo Bertolucci, di Francesco Nuti e di un autore giovane come Gabriele Muccino, che l’anno scorso proprio a Venezia ha avuto il battesimo del fuoco con Come te nessuno mai. E che proprio in questi giorni – il 5 settembre – inizia a girare il suo nuovo film.
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