VENEZIA – Paul Schrader sconvolge la Mostra con il diario intimo di un pastore protestante che lotta contro i suoi demoni interiori, con una malattia dell’anima e del corpo, e contemporaneamente si danna nella consapevolezza sempre più chiara che l’uomo sta distruggendo la natura. Una distruzione operata da industriali senza scrupoli spesso con la complicità degli stessi poteri religiosi, una connivenza quasi impossibile da sventare se non con mezzi violenti.
First reformed, in concorso a Venezia 74, è un film intenso e disturbante, interpretato da un bravissimo Ethan Hawke nel ruolo di un ex cappellano militare che ha perso un figlio in guerra. Lui stesso l’ha spinto ad arruolarsi e non se lo perdona. Beve molto e soffre moltissimo, il suo matrimonio è naufragato, la sua fede vacilla. Ora vive in una chiesa museo, la prima chiesa riformata della sua città, antica due secoli e mezzo, frequentata da qualche turista e da pochissimi fedeli. Comincia a tenere un diario, in cui annota le sue angosce, mentre una giovane coppia chiede il suo aiuto: la moglie (Amanda Seyfried) è incinta e il marito, ambientalista dalle idee estreme, medita il suicidio.
“Questo film ce lo avevo dentro da tempo. Quando ho capito che era il momento di scriverlo era già pronto dentro di me”, spiega Paul Schrader, allevato in Michigan, in una rigida comunità calvinista. Sceneggiatore di punta del New American Cinema (sono suoi script di cult come Taxi driver e Toro scatenato) e regista in proprio (da American Gigolò fino al più recente Cane mangia cane), firma qui forse il suo film migliore mettendo insieme la moderna sensibilità ecologista (curiosamente presente anche nel film di Alexander Payne Downsizing) ai temi della spiritualità e della dannazione da sempre presenti nella sua poetica. Schrader si dice davvero convinto che il pianeta stia per esplodere. “L’umanità, che è la peggiore nemica della Terra, non sopravviverà a questo secolo”. E ancora sulla genesi di questo film, che tocca anche il tema degli attentati kamikaze ma in una chiave assolutamente inedita e che ha tra i suoi punti di riferimento Bergman e il Bresson di Diario di un curato di campagna, ma in parte anche Silence del vecchio sodale Scorsese: “Quando ero più giovane, scrivevo e apprezzavo film di argomento spirituale, anzi ero partito proprio dallo scrivere un libro, Il trascendente nel cinema. Ozu, Bresson, Dreyer, ma non immaginavo che ne avrei mai diretto uno. Nel 2013, mentre tornavo a casa dopo essere stato a cena con Pawel Pawlikowski, il regista di Ida, ho pensato tra me e me: ‘È ora che anche io scriva qualcosa del genere’. First reformed è una sceneggiatura che dentro di me preparavo da quasi cinquant’anni, non appena ho cominciato a scriverla, infatti, è arrivata subito perché era di fatto già pronta”.
Ethan Hawke dimostra di essersi calato totalmente nella parte: “Mia nonna ha sempre avuto la sensazione, quando ero giovane, che sarei diventato un prete, sono cresciuto in un ambiente religioso. La vocazione non è mai arrivata ma interpretare un pastore è stata una grande occasione per me, considero la parola ‘trascendentale’ come una delle parole più importanti”. E tra le sue letture confessa di annoverare davvero i libri di Thomas Merton, come il suo personaggio. “L’equilibrio tra speranza e disperazione è uno degli aspetti più interessanti di questo film, che non dà risposte ma pone interrogativi”, conclude.
Amanda Seyfried ammette di essere stata prima intimorita dalla storia e di esserne poi rimasta catturata: “Una delle prime reazioni è stata la paura. Se ho mai avuto una guida spirituale? In un certo sì, il mio cane, e non lo dico per mancanza di rispetto ma perché negli animali c’è davvero una purezza superiore”.
Si è conclusa con gli interventi di Umberto Galimberti e Vincenzo Vitiello l’edizione 2017 di Lido Philo. La sala piena in cui talvolta si sono dovute aggiungere sedie per gli spettatori, è una conferma dell’interesse che il pubblico della Mostra di Venezia mantiene per occasioni di dibattito culturale critico
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La rassegna propone nella Capitale una selezione di titoli provenienti delle varie sezioni di Venezia 74, in versione originale con sottotitoli in italiano. Oltre 40 titoli nelle 11 sale coinvolte, interessando i quartieri Prati (Adriano, Eden, Giulio Cesare), Trastevere (Nuovo Sacher, Intrastevere), Pinciano (Barberini, Savoy, Mignon), il centro storico (Farnese, Quattro Fontane) e Testaccio (Greenwich)