SCELTI DELLA GIURIA


Qualcuno ricorderà la scena de I vitelloni in cui la compagnia dei guitti sbarcata a Rimini, a evitare il fiasco, intona una vecchia canzone patriottica della Prima guerra mondiale: “O Trieste, o Trieste del mio cuore…”. La canzone era tornata popolare nel secondo dopoguerra, quando non era ancora detto che la città giuliana tornasse all’Italia. Perciò la usavano le compagnie d’arte varia che battevano la provincia, quando lo spettacolo volgeva al peggio. Invocavi Trieste e l’applauso a questo punto era assicurato.
Non voglio mancare di rispetto verso Il pianista di Polanski, un film per molti versi assai degno. Tuttavia la Palma d’oro che gli è stata attribuita, mi ha ricordato maledettamente quella scena del film di Fellini. Come si poteva ignorare un megafilm di regista illustre sul tema dell’Olocausto? E chi avrebbe avuto il coraggio di disapprovarlo? Oltretutto la giuria aveva da farsi perdonare il premio dato al film palestinese Intervento divino di Elia Suleiman.
Detto questo, bisogna anche aggiungere che il compito della giuria non era affatto facile. Di film di alta qualità, ce n’erano parecchi, e difficilmente paragonabili. Il coraggio, la giuria l’ha mostrato nel premiare gli attori: pur avendo parecchie star a disposizione, è andata a scegliere due bravissimi nessuno, noti solo a uno sparuto gruppo di cinéphiles: il belga Olivier Gourmet dello splendido film dei Dardenne, Le fils, e la finnica Kati Outinnen, attrice-feticcio di Aki Kaurismaki, il cui film, L’uomo senza passato, è stato il beniamino del festival.
Quanto a L’ora di religione, altro grande film ignorato dalla giuria, dopo aver messo per la prima volta d’accordo le due più importanti riviste francesi di cinema, i “Cahiers” e “Positif”, si è preso un’altra incredibile soddisfazione: quella di essere “segnalato” dall’Ocic (l’Organizzazione cattolica internazionale del cinema) in rotta di collisione, come alle volte accade, con i giudizi dell’ “Osservatore romano” e del nostro Centro cattolico cinematografico, che lo aveva giudicato “fuorviante”, oltrechè “negativo”.

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26 Maggio 2002

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