C’è anche una battuta contro i giornalisti nel nuovo film di Riccardo Scamarcio. Che un film vero e proprio non è, ma un documentario sul teatro, genere che ha dato capolavori come Vanya sulla 42ma di Louis Malle e che in questo caso cerca di mostrare paure e fragilità che portano un attore, anche navigato, a confrontarsi con un testo eterno come quello di Shakespeare. Siamo infatti dietro le quinte del Romeo e Giulietta in cui l’eroe di Tre metri sopra il cielo dava vita alla sua personale versione del giovane Montecchi. Con l’adattamento italiano di Fausto Paravidino e Valerio Binasco, che ne è anche regista, lo spettacolo è andato in scena per la prima il 15 febbraio di quest’anno all’Eliseo di Roma e sarà ripreso nella prossima stagione in varie piazze. Ebbene, durante il lavoro di preparazione Paolo Santolini si è introfulato nelle prove e ha messo la sua camera addosso agli attori. In particolare a Scamarcio, naturalmente, per rendere il “travaglio che si vive prima di andare in scena”, come dice l’autore. “Quel momento delicato in cui ogni attore scopre cose inattese del personaggio e di se stesso”, come dice Riccardo.
Ma del bagaglio dell’attore fa parte anche la devastazione di essere sottoposti a domande stupide, curiose e invadenti di giornalisti frettolosi e superficiali o che magari scrivono di gossip. Costoro perseguitano in particolare i divi, e Riccardo sembra esserlo (forse uno degli ultimissimi), almeno a giudicare dal clima che si respirava oggi pomeriggio allo spazio Bnl del Festival di Roma, dove molte giovani signore volevano ad ogni costo una foto con lui. È di questi giorni, invece, l’ennesimo pettegolezzo che lo riguarda: foto scattate sul set del nuovo film Cosimo & Nicole diretto da Francesco Amato, dove, essendo coprotagonista di una storia d’amore, con la giovane e graziosa Claire Ponsot, le dà un bacio che subito il settimanale ‘Chi’ ha pubblicato per dimostrare che con la compagna Valeria Golino le cose vanno male. E lui ha dovuto smentire: “Non ho mai tradito Valeria”.
Spesso la popolarità di un attore è fatta proprio di queste scemenze. Invece il Duetto orchestrato da Mario Sesti, nell’ambito di Extra, che accostava giustamene Scamarcio a Sergio Rubini, andava proprio nella direzione opposta, quella di una ricerca “alta” sul lavoro dell’attore che il Festival di Roma ha da sempre approfondito. Rubini, tra l’altro, ha detto più volte che vede in Scamarcio, molto più giovane, ma pugliese come lui e dai tratti di carattere in qualche modo simili, un alter ego e persino, in qualche misura, un erede. “Mi onora e magari fosse vero”, commenta l’attore che probabilmente avrete visto in Colpo d’occhio nei panni di un artista ingenuo, manipolato e soggiogato dallo scaltro e potente critico d’arte Rubini, e poi ne L’uomo nero, in quelli più di commedia del fratello di Valeria Golino, seduttore e un po’ perdigiorno, e per questo inviso al cognato Rubini, capostazione con velleità artistiche.
Tra i suoi prossimi impegni, oltre al citato Cosimo & Nicole, dove s’innamora di una ragazza francese a Genova tra concerti e forte impegno sociale, ci sono anche il nuovo film di Woody Allen girato a Roma e Il rosso e il blu di Giuseppe Piccioni. Non sarà invece nel nuovo Rubini, La delegazione, storia satirica di un viaggio dalla Puglia a Parigi, che ha tra gli interpreti anche un altro pugliese eccellente come Lino Banfi. “Ma spero tanto di lavorare ancora con lui”. Di certo lavorerà con Valeria Golino, nel suo esordio nella regia Vi perdono: tema l’eutanasia.
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