È qui che ha mosso i primi passi di quella che sarebbe stata la sua prima grande avventura nel cinema, come giovane studente della Slade School of Fine Arts, nel 1963-64. Fu allora che iniziò la scrittura di quello che sarebbe diventato uno dei più clamorosi debutti della storia del cinema mondiale, I pugni in tasca. Ed è qui, a Londra, che Marco Bellocchio torna con tutto il suo cinema, con la prima retrospettiva completa che il British Film Institute – la più importante, prestigiosa istituzione di cinema nazionale – sta per dedicargli per un intero mese: Satira e moralità: il cinema di Marco Bellocchio, dal 1 al 31 luglio, organizzata da Istituto Luce Cinecittà, BFI, l’Istituto Italiano di Cultura e in collaborazione con la Salle Lumière, curata da Adrian Wootton, Amministratore Delegato di Film London.
Un ritorno suggestivo per Marco Bellocchio, nei luoghi dove immaginò il suo straordinario esordio, che con una discreta anticipazione sul ’68, trinciava famiglia, religione, borghesia. E un invito più che raro per un autore italiano contemporaneo, omaggiato per tutto un mese in un luogo di visione internazionale, con una qualità di proiezione e un’attenzione di platea come poche si contano nel panorama continentale. Un’occasione unica per il pubblico inglese di tornare, e in molti casi scoprire, i film di un grande autore europeo. E per il cinema italiano, di mostrare una delle sue pietre più angolari ed espressive. Con l’occasione Istituto Luce Cinecittà ha digitalizzato quattro lungometraggi, con la supervisione di Beppe Lanci, grande direttore della fotografia e storico compagno di lavoro di Bellocchio: Diavolo in corpo, La condanna, Il Principe di Homburg, La balia, completando quasi interamente il passaggio digitale dell’opera del grande autore, mettendo in salvo un patrimonio artistico che altrimenti rischia un irreversibile deterioramento.
Per il programma, proprio da I pugni in tasca prenderà avvio la retrospettiva al BFI Southbank, e nella prestigiosa Salle Lumière, in speciale anteprima il 23 giugno, accompagnato da una conversazione già piuttosto attesa che il regista terrà con il pubblico. Un altro appuntamento da prenotare è per il 9 luglio, quando Adrian Wootton, grande studioso del nostro cinema – e si può dire un amico prezioso del cinema italiano all’estero – terrà una lezione sull’opera di Bellocchio, a partire da alcuni temi-chiave come politica, cattolicesimo, morale, influenze letterarie. La platea londinese avrà modo di ritrovare film già a lei noti come, oltre quelli citati, La Cina è vicina, Salto nel vuoto, Vincere, e di scoprire per la prima volta capolavori che costellano i passaggi di una carriera unica. E troverà le ricorrenze per cui Bellocchio è così riconoscibile ben oltre i nostri confini: l’osservazione radiografica dell’istituto familiare, l’impegno politico come impegno non retorico ma viscerale anche nelle sue contraddizioni, la psicanalisi, uno sguardo dissacrante e insieme miracolosamente empatico sugli aspetti del vivere, in quel modo solamente bellocchiano di rendere visionaria la Storia, la cronaca una metafora, la politica una pulsione personale.
E sarà interessante vedere il pubblico inglese alla verifica di un cinema (come non sempre si ricorda) venato di un sottile continuo divertimento; film che sollecitano lo spirito e lo sguardo, con un umorismo corrosivo, a volte irresistibile, sulle nostre ipocrisie, facili scorciatoie, messe in scena sociali. Un connubio di impegno e di teso humour che il titolo della retrospettiva, Satire and Morality, fotografa perfettamente. E a cui forse il soggiorno giovanile alla School of Fine Arts ha provveduto a tingere di un tocco british. Tanto da aprire le porte del Southbank a uno dei più visionari e sensuali registi europei.
Il regista australiano, è noto per il suo debutto nel lungometraggio con il musical 'The Greatest Showman'
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