BERLINO – Cesare deve morire, il film dei fratelli Taviani in concorso a Berlino, nasce dal laboratorio di Fabio Cavalli, teatrante ligure, direttore del Centro Studi Enrico Maria Salerno. “Lavoro a Rebibbia da 10 anni, in carcere è nata la Compagnia dei Liberi Artisti Associati che coinvolge circa cento detenuti. Abbiamo allestito La Tempesta, l’Amleto, il Candelaio di Giordano Bruno, l’Inferno di Dante. Era importante restituire il senso nascosto delle parole di questi grandi autori e per questo gli attori usano il loro dialetto: calabrese, siciliano, napoletano, romano. Cominciammo con La Tempesta usando la versione in napoletano di Eduardo, del 1984″. Cavalli spiega anche che il teatro di Rebibbia è un vero teatro, “fa parte del circuito di Roma e ha avuto 22mila spettatori di cui il 70% allievi delle scuole”.
Tra i tanti attori carcerati, circa una decina hanno proseguito anche fuori e tra loro uno, Salvatore (Sasà) Striano è riuscito ad emergere. Interprete di Bruto nel film dei Taviani, ha lavorato anche in Gomorra di Matteo Garrone. In carcere per la prima volta a 14 anni , per coprire un maggiorenne si lasciò accusare di detenzione di armi – racconta che la galera può essere un “supermercato del crimine” se non incontri la cultura e l’arte, se non ti rimetti in discussione. “Noi che ci stacchiamo da quella logica siamo visti come persone che hanno perso, ma sappiamo invece di aver vinto. Quando arrivi a metterci la faccia, dai la prova di aver smesso con i reati, perché diventi riconoscibile a tutti, tanto che all’inizio molti detenuti non volevano neppure essere fotografati”. Il napoletano Salvatore riflette sulle differenze tra teatro e cinema, sull’identità dell’attore. “Il teatro è un vecchio che si congeda, il cinema è un bambino che nasce. L’attore e il criminale un po’ si somigliano per il fascino che emanano”. Per il film è tornato nel reparto di massima sicurezza e un pomeriggio si è svegliato da un breve riposo col timore di essere di nuovo dentro. “In quel reparto è raro che ci capiti un innocente, sono affiliati delle bande, ragazzi dimenticati dal nostro governo che si arrangiano e diventano dei mostri, ma l’arte, per rinascere, è meglio di uno psichiatra. Quando leggi il Macbeth, dove dice che le tue azioni ti si rivoltano contro, capisci tante cose, ti risuona emotivamente”. In Bruto ha rivisto tanti aspetti di sé, le pressioni dell’ambiente, le seduzioni di Cassio. “Mi hanno plagiato quando avevo 14 anni. In una scena non riesco a recitare perché ripenso a un amico mio che doveva uccidere e non ci riusciva e lo accusavano di essere un quaquaraqua. Io sono diventato delinquente da minorenne, quando non ero perseguibile, poi sono cresciuto, sono stato arrestato dall’Interpol in Spagna. A 25 anni è stata l’ultima volta in carcere. In quel luogo sono stato rinchiuso per otto anni, lì ho iniziato a recitare, lì sono rinato”.
L'artista Luca Musk e Franco Bellomo presentano il progetto espositivo dedicato al Maestro del Brivido. Una collezione di illustrazioni d'atmosfera che fanno rivivere i set di Argento e la loro magia
Il documentario d'esordio di Alessandra Stefani ci porta in un viaggio lungo i quattro continenti alla scoperta delle prospettive che ci offrono i più importanti architetti contemporanei per un mondo più sostenibile. In sala con Adler dal 27 al 29 settembre
La redazione va in vacanza per qualche giorno. Riprenderemo ad aggiornare a partire dal 2 gennaio. Auguriamo un felice 2018 a tutti i nostri lettori.
E' ancora Cattivissimo 3 a guidare il box office per il terzo weekend, con 2.471.040 euro. Al 2° posto, con 1 mln 919mila euro, sfiorando i 6 mln totali, il kolossal di Christopher Nolan Dunkirk