Santamaria, depresso cronico e omosessuale


C.Santamaria Barba lunga e tatuaggio vistoso sul braccio. Si presenta così ai ragazzi di Giffoni Claudio Santamaria, appena ieri sul set di Gabriele Muccino per Baciami ancora. “E’ un’esigenza di copione” assicura l’attore che ci ha parlato del suo personaggio, Paolo, per com’è diventato dieci anni dopo L’ultimo bacio. L’avevamo lasciato insieme all’amico Adriano (Giorgio Pasotti) alle prese con un viaggio avventuroso intorno al mondo, per sfuggire alla depressione dopo la morte del padre e l’abbandono da parte della fidanzata. Ma il sogno di un viaggio esotico capace di donare tranquillità è fallito e si ritrova ora, senza sogni né pace, costantemente sotto psicofarmaci e con una vita alla deriva. “Per affrontare meglio i nostri personaggi, che nel secondo episodio diventano più complessi – racconta l’attore – io e Giorgio Pasotti siamo andati a parlare con uno psicologo che ci ha rassicurati sull’importanza di fare un sequel: le persone hanno bisogno di vedere come si sviluppano le vite dei personaggi cui si sono affezionate. Anche per scoprire come hanno affrontato le difficoltà. Questo è il motivo del successo dei serial televisivi”. Si dice contento poi Santamaria, per la scelta fatta da Muccino di tornare a girare in Italia: “Un talento come lui che in questo momento ha tante possibilità in America e torna a fare un film con attori tutti italiani, è da ammirare”.

Tra i suoi prossimi progetti una produzione francese, Seicento chili d’oro di Eric Besnard. Film che parla dell’avidità e racconta la storia di un gruppo di avventurieri nella giungla che cerca di impossessarsi, appunto, di una grossa quantità d’oro. Santamaria accenna poi anche a Le cose che restano, la fiction in quattro puntate diretta da Gianluca Maria Tavarelli e sceneggiata da Rulli e Petraglia. La storia ha per protagonista una famiglia borghese, che a seguito di una vicenda drammatica si divide. “Nella fiction sono toccati anche temi sociali, come la famiglia e l’omosessualità”. L’attore interpreta infatti un uomo che lavora al ministero degli esteri dove si occupa d’immigrazione, e d’improvviso s’innamora di un uomo incontrato per caso.

E del film su Derek Rocco Barnabei, il giovane statunitense di origine italiana giustiziato in Virginia con l’accusa di aver ucciso la fidanzata, di cui sarà protagonista, l’attore rivela che è un progetto al momento rimandato. Le riprese dovevano iniziare a giorni con la regia di Ago Panini, ma il blocco dei fondi pubblici ne ha fatto slittare, finora di un anno, l’inizio. “E tra tutti i personaggi che mi sono stati finora proposti è questo quello a cui tengo di più”, rivela l’attore.

E quello dei tagli al Fus è un problema cui gli attori cercano di sensibilizzare l’opinione pubblica: i prossimi giorni una campagna fotografica con protagonisti non solo attori e registi ma anche tutte le maestranze del cinema, sarà pubblicata su ‘Vanity Fair’. E insieme a Castellitto, Favino e tanti altri, l’attore ha preso parte anche a un video, che potrebbe essere presentato a Venezia e poi trasmesso nelle sale aderenti all’iniziativa, prima delle proiezioni. Per far capire a tutti cos’è veramente il mestiere del cinema e quali e quante sono le professionalità che vi ruotano attorno e che rischiano di essere distrutte dai tagli.

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25 Luglio 2009

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