Il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano parla su ‘il Foglio’ di cinema, tax credit e del rilancio degli Studi di Cinecittà. Nella risposta a un articolo di Marianna Rizzini pubblicato ieri, il ministro parla della “realizzazione del nuovo progetto di espansione e riqualificazione degli Studi di Cinecittà tramite il contributo dei fondi del Pnrr”.
“La precedente versione di questa importante iniziativa di rilancio della più grande fabbrica del cinema italiano, come mi resi conto non appena insediato al ministero della Cultura, era piena di complessità e per certi versi irrealizzabile”, scrive il ministro. “Il rischio era quello di un costoso fallimento. Con mesi di duro lavoro e il supporto del ministero – come è stato riconosciuto dallo stesso Amministratore delegato di Cinecittà Spa, Nicola Maccanico – il progetto è stato riorientato dai tecnici dell’Unità di missione Pnrr del Dicastero e presentato all’Unione Europea, ottenendone l’approvazione. Più volte mi sono personalmente recato a Cinecittà e ora sono sotto gli occhi di tutti i frutti di questo impegno”.
“Il cinema – prosegue Sangiuliano – è una delle più alte e immediate espressioni culturali, quella meglio percepita dal grande pubblico e soprattutto dai giovani. Il suo valore è fuori discussione, soprattutto se consideriamo la sua prospettiva di filiera industriale capace di generare ricchezza economica. Inoltre, il cinema esalta i nostri territori e le loro bellezze”. Quanto al tax credit, il ministro sottolinea che “il pieno riconoscimento del valore culturale ed economico del cinema non può esimerci dal denunciare, con forza, le storture e i veri e propri abusi che si sono generati in questi ultimi anni nell’ambito degli aiuti che lo Stato riconosce al cinema che, ricordiamolo sempre, sono soldi dei cittadini italiani”. “A questo fiume di denaro pubblico non sempre ha corrisposto la qualità: mi ha fatto piacere leggere, a riguardo, una opportuna dichiarazione di Marco Bellocchio secondo cui molti suoi colleghi farebbero bene a cambiare mestiere”.
“Da diversi anni il cinema italiano sta conoscendo un’autentica rinascita ed è tornato ad essere capace di parlare al mondo” – conclude il ministro. “Chi era abituato ad amarci è tornato ad ascoltarci. Per questo motivo ora è importante non sprecare il nostro talento, dissipando risorse in progetti cinematografici non sempre di livello adeguato, né dal punto di vista artistico né tantomeno commerciale. Delle 459 opere cinematografiche sostenute attraverso il tax credit automatico tra il 2022 e il 2023, oltre 345 non sono mai uscite in sala. Ciò non è solo un antieconomico spreco di denaro pubblico, ma anche un disincentivo alla vera creatività, che rischia di affogare in un mare di mediocrità”.
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