“Sono contenta di essermi guadagnata questa festa per i miei quarant’anni di attività artistica”, così Stefania Sandrelli, un po’ emozionata, ha ringraziato registi, attori, produttori e critici cinematografici intervenuti a Roma, alla Galleria d’arte moderna e contemporanea, per parlare di e con lei e insieme inaugurare la retrospettiva, “Il corpo e l’anima”, in programma dal 12 al 16 luglio al Filmstudio.
Una carriera, quella della Sandrelli, spesa fra generi diversi, dalla commedia al dramma, all’erotico, tra cinema popolare e d’autore, con registi famosi come Germi, Pietrangeli, Bertolucci, Scola, Magni, ma anche con autori esordienti, da Francesca Archibugi a Gabriele Muccino. Era il 1961 quando Pietro Germi la vide nella copertina di un giornale e la fece chiamare da un agente a Viareggio per chiederle se era interessata a fare un provino per Divorzio all’italiana. Da allora la Sandrelli ha interpretato quasi cento film, compresi tv-movies e serie televisive, esibendo da subito “una recitazione senza artificio, senza sforzo apparente”, come spiega il critico Morando Morandini. Che aggiunge: “la sua naturalezza è una disposizione innata”.
Anche il regista Giuliano Montaldo, amareggiato per aver lavorato solo una volta con l’attrice per Gli occhiali d’oro, è d’accordo sulla semplicità. Gabriele Muccino, che l’ha voluta ne L’ultimo bacio per il ruolo della madre di Giulia (Giovanna Mezzogiorno), è entusiasta di questa sua recitazione fatta di sguardi, risatine e piccoli passi, di questa simulazione della fragilità.
Ma il ritratto più indovinato e ricco di suggestioni è quello offerto dalla giornalista e scrittrice Patrizia Carrano: “Stefania ha un quid misterioso e affascinante, per fortuna non riconducibile a una logica; lei è stata la protagonista assoluta, con il suo corpo e la sua anima, della storia dei cambiamenti e delle trasformazioni della donna italiana a partire dagli anni Sessanta”. Anche il critico Mario Sesti rileva le doti attoriali della Sandrelli, in particolare la sua modulazione continua, tra apparente istintività e forte determinazione. In fondo per lei vale il detto che “dietro un grande attore c’è sempre un grande mistero”.
Andrea Occhipinti, al suo fianco ne La Famiglia di Scola, ricorda la leggerezza che porta sul set, la sua comunicazione immediata, mentre Antonella Ponziani, insieme nella fiction televisiva Il bello delle donne , elogia la sua dolcezza e tensione collaborativa. Leo Pescarolo, produttore di numerosi film da lei interpretati, ne sottolinea la disponibilità come quando scelse di lavorare con l’esordiente Archibugi, in Mignon è partita, per un compenso modesto.
Imbarazzato il marito Giovanni Soldati è ricorso a quanto scritto dal padre Mario, nelle vesti di critico cinematografico, all’epoca di Sedotta e abbandonata (’64) per poi parlare dell’assoluta naturalezza con la quale si cala nei personaggi. Forse perché il personaggio è lei.
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