Salomé (Unifrance): “Ondata francese alla Mostra, ma i nostri attori devono internazionalizzarsi”

Il cinema transalpino quest'anno, al Lido, fa la parte del Leone con 12 i titoli di cui 4 in concorso


VENEZIA – “La forza del cinema francese? Il sistema di finanziamenti, che non è solo una sovvenzione, ma poggia su un meccanismo virtuoso in cui il cinema finanzia il cinema”. Parola di Jean-Paul Salomé, presidente di Unifrance, la società di promozione del cinema transalpino all’estero che quest’anno, al Lido, fa davvero la parte del Leone. Sono infatti ben 12 i titoli che partecipano alla Mostra in varie sezioni, di cui quattro (più la coproduzione Pasolini) in concorso: 3 coeurs di Benoît Jacquot, Loin des Hommes di David Oelhoffen, Le dernier coup de marteau di Alix Delaporte e La rançon de la gloire di Xavier Beauvois. Il tutto nell’ambito di un’industria che vanta numeri piuttosto impressionanti: è la terza nel mondo e il secondo esportatore; ha vinto 3 Palme d’Oro e 5 Oscar negli ultimi 5 anni, vanta 45 milioni di biglietti venduti fuori dalla Francia nel 2013 e 280 milioni di euro di incassi al box-office internazionale e 500 film francesi usciti ogni anno nel mondo.

Presidente, dobbiamo aspettarci anche un autunno cinematografico alla francese?
La Mostra è solo il primo appuntamento, e dopo questa importante partecipazione, già sappiamo che avremo una partecipazione numerosa e varia ai festival di Toronto e San Sebastian. L’importante sarà che questi film abbiano successo anche al di là dei festival.

La crisi degli ultimi anni non ha intaccato il sistema di finanziamenti e i suoi risultati?
Certamente, ma non in modo decisivo, e c’è stato anche il passaggio al digitale, che porta con sé svantaggi oltre che vantaggi, producendo una perdita di valore dei film francesi dopo il passaggio in sala, perché tra dvd e vod c’è una perdita di valore. L’entità dei finanziamenti, poi, in effetti è diminuita, ma non ci lamentiamo: non abbiamo paura, ma dobbiamo comunque pensare al futuro e guardare al mercato internazionale.

Una chiave per farlo è il ricorso alle co-produzioni? La Francia è sempre stata molto attenta a questo aspetto.
Grazie agli accordi con il Cnc co-produciamo con tantissimi paesi del mondo, ora la nuova sfida è non solo realizzare i film, ma farli vedere in giro per il mondo. Il cinema americano lascia sempre meno spazio al prodotto degli altri paesi e il web dovrebbe aiutare ad aprire il mercato, ma in realtà viene usato soprattutto per vedere i blockbuster.

Che ruolo ha la commedia nel vostro cinema? E’ una lama a doppio taglio, come da noi?
Ha una quota di mercato forte come in tutta Europa, ma la maggior parte non varca i confini nazionali. Il sistema dovrebbe essere più aperto verso la dimensione internazionale.

Qui a Venezia state promuovendo un gruppo di dieci giovani attori. Esiste una nuova generazione di interpreti pronta a trascinare il vostro cinema?

Abbiamo sempre avuto molti attori di talento, ma in passato interpreti come la Huppert o la Binoche ci hanno portato sul palco internazionale anche grazie alla loro stessa capacità di lavorare e proporsi oltre le frontiere. Oggi invece, a parità di talento, i nostri attori sono meno conosciuti all’estero rispetto alla generazione precedente.

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