“La scelta di Cinecittà è una scelta di futuro e di lungimiranza. Il Governo ha messo a disposizione le risorse per potenziare, anzi, per raddoppiare Cinecittà e gli Studios, e questo significherà più produzione, più attrazione di investimento, più posti di lavoro”. Il presidente dell’Anica, Francesco Rutelli, commenta così, in occasione della sua partecipazione alla trasmissione su Radio Rai 1 ‘Vivavoce’, la decisione di svolgere l’incontro tra Ursula von der Leyen e Mario Draghi alle spalle del Teatro 5 di Fellini. “Una scelta intelligente – ribadisce – della quale va dato atto a Draghi e alla Presidente della commissione europea. Indica con grande chiarezza che qui c’è la tradizione (siamo nel teatro di posa dove ha girato Fellini e che a lui è intitolato) e c’è anche la contemporaneità. Veniamo da un periodo di sofferenza, la cultura è rimasta ferma, molti settori hanno sofferto drammaticamente durante la pandemia e durante il lockdown; ma c’è anche la resilienza. È una parola abusata, lo so, ma l’audiovisivo e il cinema hanno resistito, in questo anno in Italia grazie alla nostra industria e ai nostri talenti creativi: i set sono rimasti aperti, centinaia di migliaia di persone hanno lavorato e molti prodotti italiani sono pronti ad arrivare innanzitutto nelle sale cinematografiche, e poi nelle nostre case e in tutto il mondo”.
Tornando alle risorse messe a disposizione del governo per potenziare, anzi, per raddoppiare Cinecittà e gli Studios, il presidente di Anica, evidenzia come queste facciano parte delle misure per gli investimenti del Recovery Plan. Si tratta, osserva, di “un investimento non enorme, come cifra, ma estremamente significativo perché, lo voglio ricordare, Cinecittà inizia nel Ventennio con la fase pionieristica, ha il suo boom nel dopoguerra quando l’Italia vede in Cinecittà e in tutto il cinema italiano il riscatto dopo la guerra e le tragedie. Il neorealismo, con i suoi grandi interpreti, proietta in tutto il mondo un’idea dell’Italia che non si è piegata alla guerra, al fascismo, alla dittatura, capace di pensare al domani con l’arte e con il cinema, che diventa un fatto popolare. Ancora oggi il cinema è assolutamente fondamentale, ma accanto al cinema ci sono le televisioni, c’è l’audiovisivo, le serie tv, le piattaforme che fanno parte di questa catena del valore e della creatività, nella quale l’Italia vuole essere in prima fila”.
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