La censura non è certo una novità per Aurelio Grimaldi: nel 1998 fu vietata ai minori di 18 anni la sua bollente Alba Parietti del discusso Il macellaio, l’anno dopo lo stesso destino toccò a La donna lupo. Eppure il regista non si aspettava che la forbice calasse su Rosa Funzeca, il film con Ida Di Benedetto (leggi l’intervista) in uscita il 4 ottobre con il divieto ai minori di 14 anni.
Così questa mattina, alla conferenza stampa romana di presentazione della pellicola, si è detto “stupito e dispiaciuto”.
Da canto suo Ida di Benedetto, che insieme alla figlia Stefania Bifano, è anche produttrice del film con la Titania, promette battaglia: “Siamo in attesa di conoscere le motivazioni della Commissione di revisione cinematografica, ma faremo subito un ricorso: qualcuno ha bisogno di un’iniezione di lucidità mentale. C’è qualcosa che non quadra in questa assurda decisione. Passano film come Hannibal, pieni di sangue e cadaveri squartati, ma in Rosa Funzeca non si vede nulla di tutto questo. Anche la prostituzione è solo lo scenario che fa da sfondo al disagio del figlio”.
Ambientato nella Napoli di oggi, il film, evento speciale di Venezia 2002, mette in scena il rapporto di amore/odio tra Fernando (Primo Reggiani) e la madre Rosa (Ida Di Benedetto), matura prostituta che per amore del ragazzo, cresciuto in un istituto religioso e diviso tra la Play Station e piccole scorribande con gli amici, lascia il marciapiede e mette su un’attività nel mercato rionale. Strozzata dagli usurai è costretta a tornare a fare la vita scatenando la violenta reazione del figlio.
Girato in un cupo bianco e nero, è, dice Grimaldi, “un omaggio a Mamma Roma di Pier Paolo Pasolini. D’altronde la figura della prostituta è come un’ossessione che riaffiora quasi in ogni mio film, da La discesa di Aclà a Floristella a Le buttane“.
E aggiunge: “Ho inseguito il progetto per molti anni. Ho lasciato il contesto sociale, i ragazzi di strada sullo sfondo, per concentrarmi sull’amore di Rosa per Fernando. Rispetto ad altri miei film è meno duro, più sentimentale”.
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