Rondi: deciderà il CdA della Fondazione

In attesa del Consiglio d’amministrazione della Fondazione Cinema per Roma convocato per domani venerdì 24 febbraio alle ore 14.00, si rincorrono le ipotesi su come verrà superata la situazione di stallo in atto da fine dicembre per il Festival di Roma, dopo il nulla di fatto del breve confronto di ieri tra Gian Luigi Rondi e il sindaco di Roma Gianni Alemanno e la presidente della Regione Lazio Renata Polverini.

Prima ipotesi:data per scontata la bocciatura del candidato Marco Müller, viene prorogata per tutto il 2012 la direzione di Piera Detassis con il voto determinante di Rondi che si aggiungerebbe a quello favorevole dei rappresentanti di Provincia e Camera di Commercio.

Seconda ipotesi: l’astensione di Rondi con un pareggio nel confronto Detassis-Müller e dunque la necessità, se le posizioni rimangono ferme, di indicare un terzo nome e nei giorni scorsi i rumors davano come papabili Caterina D’Amico e Mario Sesti.

Terza possibilità: le dimissioni di Rondi propenso a mantenere un ruolo super partes e dunque non scontentare i maggiori azionisti istituzionali, ma in questo caso i due candidati sostenuti dai contendenti non avrebbero comunque la maggioranza.

Infine pare remota la possibilità del commissariamento che Alemanno non intenderebbe utilizzare avendo più volte dichiarato che “Rondi rimarrà fino a giugno”.

E intanto intervistato dal ‘Messaggero’ Rondi scarta l’ipotesi di una direzione a tempo di Piera Detassis, da lui sostenuta, sino a giugno data in cui scade il suo mandato di presidente della Fondazione. “Sarebbe una buffonata, inaccettabile per Piera e per me. Non ne parliamo proprio. Che facciamo un Festival col passaggio delle consegne? Del resto, io voglio lavorare con Piera. E se non è possibile, che faccio? Devo tener conto dell’opinione di due consiglieri come Polverini e Alemanno, rappresentano il Comune e la Regione, finanziano il festival… Non è colpa mia se Baratta non ha rivoluto Müller alla Mostra di Venezia”. Dimissioni in vista? Risposta ironica, “Beh, si possono chiedere soltanto le mie. Mica quelle del sindaco!”.