ROMA, CITTA’ AUDIOVISIVA


L’industria romana dell’audiovisivo rischia di crollare: è il grido di allarme lanciato ieri in occasione del convegno dei Ds Cinema e televisione: una risorsa per Roma, una risorsa per l’Italia al Cinema Adriano. La conclusione dei lavori, durati un’intera giornata, è spettata al sindaco di Roma, Walter Veltroni, che ha accennato ad alcune delle iniziative capitoline a difesa del settore, il secondo più importante della città per misura di investimenti e livello occupazionale: “Roma si impegna a creare una conferenza permanente dei servizi che deve coinvolgere i soggetti protagonisti del cinema e dell’audiovisivo per un rilancio dell’industria cinema”. E proprio questa conferenza dei servizi sarà il tavolo attorno al quale i soggetti chiamati studieranno una manovra che impedisca il collasso e la “spartizione” del gruppo Cecchi Gori. Veltroni ha auspicato un meccanismo di compartecipazione pubblica alla distribuzione e all’esercizio del terzo gruppo cinematografico, dopo Rai e Medusa.
Altri temi: il distretto dell’audiovisivo costituito dal polo scientifico-tecnologico di Castel Romano, Dinocittà, Cinecittà, gli studi De Paolis e la via del cinema di futura istituzione sulla Tuscolana dovranno essere i punti nodali su cui far ruotare il potenziamento dell’industria. Altra idea del sindaco: la creazione di un fondo comune di investimento internazionale, in prevalenza europeo, che possa attrarre risorse e incentivare l’afflusso di produzioni straniere nella capitale.
A questo proposito più d’uno degli intervenuti, tra cui Gianni Lagostena di Roma Studios e Francesco Gesualdi di Cinecittà Holding, ha ricordato come Nord Africa e Est europeo sappiano offrire troupe, servizi e teatri di posa a prezzi concorrenziali. Roma non viene più scelta dalle produzioni straniere perché costa di più e non offre quanto ci si aspetta.
Viceversa i rappresentanti Rai e Mediaset, Carlo Macchitella e Gina Nieri, hanno sottolineato che le strutture capitoline continuano e continueranno a svolgere un ruolo fondamentale per la produzione di fiction. “La centralità romana dell’audiovisivo non è mai stata messa in dubbio dalla Rai – ha dichiarato Macchitella – il punto dolente della fiction italiana è che non riesce a valicare i confini nazionali”. D’accordo Gina Nieri, che ha confermato le intenzioni del gruppo Mediaset di continuare a investire in produzioni italiane di fiction e ha affermato che Mediaset applica la legge 122. Sulla legge, che fissa le quote di produzione e diffusione del prodotto televisivo nazionale, qualcuno, come Vincenzo Vita della direzione Ds, ha sottolineato: “il senso originale della legge non è affatto rispettato. Inoltre gli investimenti nella fiction hanno subito una flessione. Ma la fiction italiana è la garanzia del nostro posto nel mercato europeo”.

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31 Ottobre 2002

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