Roberto Cicutto a #CheCinemaFarà

Con #CheCinemaFarà, la Fondazione Ente dello Spettacolo vuole esplorare le opportunità della crisi COVID-19, raccogliendo le idee e le provocazioni di addetti ai lavori


Con #CheCinemaFarà, la Fondazione Ente dello Spettacolo vuole esplorare le opportunità della crisi COVID-19, raccogliendo le idee e le provocazioni di autori, attori, maestranze, direttori di festival, critici, giornalisti, personalità delle istituzioni, appassionati. Tre domande sullo scenario futuro per elaborare una proposta che include i tre poli dell’esperienza cinematografica: il prodotto (il film), la sua distribuzione (le modalità di fruizione), i destinatari (il pubblico). Ogni giorno alle ore 15, sarà pubblicato un nuovo intervento, disponibile su entespettacolo.org e sui canali social della FEdS (Facebook, Twitter, Instagram, YouTube).

Si comincia con Roberto Cicutto, nuovo presidente della Biennale di Venezia e presidente uscente di Istituto Luce Cinecittà, che ha parlato dei cambiamenti in atto nel settore a seguito alla pandemia. Per Cicutto la situazione attuale, con il grande uso di contenuti audiovisivi sulle piattaforme e nei vari canali, è anche “un’occasione da cogliere” sia per profilare i consumi per fasce di età e collocazione geopolitica, sia per indirizzare la produzione futura. “Non solo film, ma cortometraggi, documentari e materiali d’archivio che sono stati messi a disposizione del pubblico, hanno dimostrato un forte interesse per questo tipo di contenuti”. Che possono essere usati anche per la didattica, proprio come libri di testo. “Con Luce Cinecittà abbiamo iniziato dei progetti di formazione degli insegnanti e dei formatori in questo senso”. Quanto al futuro del cinema, per Cicutto, alla fine del lockdown “potremo scegliere su un’offerta maggiore, di generi e di storie, anche perché l’audiovisivo si userà più di prima. E’ diventato più che mai evidente quanto questo comparto sia necessario alla cultura e all’economia del nostro paese”.  

#CheCinemaFarà ha avuto una anteprima martedì 7 aprile con Antonio Monda, direttore artistico della Festa del Cinema di Roma. Per Monda: “La sala ha certamente subito un colpo enorme. Il cinema consiste nella fruizione, insieme a degli sconosciuti, di un film proiettato su uno schermo più grande dello spettatore. Se eliminiamo uno di questi elementi, togliamo l’essenza stessa del cinema”.

Il 21 aprile tocca a Laura Delli Colli, presidente del Sindacato Giornalisti Cinematografici Italiani e presidente della Fondazione Cinema per Roma. Seguiranno Giampaolo Letta (amministratore delegato di Medusa), Giona A. Nazzaro (delegato generale della Settimana Internazionale della Critica), Pedro Armocida (direttore della Mostra del Nuovo Cinema di Pesaro), Flavio Natalia (direttore di Ciak), Giorgio Viaro (direttore di Best Movie), Massimo Scaglioni (Università Cattolica di Milano), Nicola Lagioia e Chiara Tagliaferri (scrittori) e tanti altri.

Le tre domande: 1) Che film si realizzeranno? Quali storie emergeranno nei prossimi mesi e anni? Con quali personaggi ? Saranno i sentimenti (e quali?) a prevalere, o gli scenari? Vedremo eroismi estremi o ritrovata normalità? Quali territori saranno in grado di accogliere, in sicurezza, grandi e piccoli set? Come potranno ripartire le produzioni?

2) Dove si vedranno? Il ritorno in sala sembra difficile da recuperare in tempi brevi. Il ricorso al digitale ha mostrato molteplici potenzialità, ma anche il limite della mancanza dell’esperienza collettiva, del dialogo che segue la visione, dell’impatto del grande schermo. Come potranno convivere le diverse modalità di fruizione fin qui sperimentate (sala cinematografica, proiezioni per piccoli gruppi, homevideo, streaming, ecc.)? E che ne sarà delle rassegne all’aperto, dei piccoli festival, del cinema in piazza?

3) Con quali occhi li vedremo? In che modo il trauma influenzerà lo sguardo dello spettatore? Quale impatto sul suo sistema di attese, sulla sua sensibilità, sui processi di identificazioni attivati dalla visione? Come si definirà l’esperienza profonda di fruizione del film, lavorando sui meccanismi psicologici di ricezione e sulle sue griglie di lettura? Come verrà riconsiderata la stessa storia del cinema dal momento in cui inediti paradigmi di sguardo e di critica si imporranno, suggerendo nuovi percorsi in retrospettiva? Che rapporto questa crisi introdurrà con la nostra memoria?

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20 Aprile 2020

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