Gli anni ’80 sono stati senza dubbio uno dei più grandi decenni della storia del cinema. Tanti classici che continuano a incantare generazioni di spettatori. Le sale cinematografiche sono state benedette da capolavori come Full Metal Jacket, Toro Scatenato, L’attimo fuggente, Star Wars, Nuovo Cinema paradiso, Scarface, solo per citarne alcuni. Tutti questi film condividono un livello artistico che ha superato la prova del tempo, ma ce n’è uno che spicca particolarmente per come ha saputo plasmare l’immaginario di generazioni e ancora oggi continua a conquistare chiunque lo guardi. È Ritorno al futuro, diretto da Robert Zemeckis.
Questo film, e l’intera trilogia, incarnano l‘essenza della fantascienza radicata in un terreno fertile di avventura, commedia, storytelling con incastri ad orologeria e una contagiosa nostalgia per gli anni Cinquanta e Ottanta che non risulta mai datata o imbarazzante. Insieme alla sceneggiatura, alla recitazione, alla fotografia e agli effetti visivi straordinari (soprattutto per l’epoca), si ottiene facilmente uno dei migliori franchise di film di fantascienza di tutti i tempi.
Per i pochissimi che non hanno, Ritorno al furturo segue lo spettacolare viaggio nel tempo dell’adolescente Marty McFly (Michael J. Fox) e dello scienziato pazzo Dr. Emmett “Doc” Brown (Christopher Lloyd), che inventa una vera e propria macchina del tempo sotto forma di un’auto DeLorean modificata. Ma dopo che un esperimento va storto, Marty viene trasportato indietro all’anno 1955, dove incontra versioni giovani dei suoi genitori (Crispin Glover, Lea Thompson) e deve fare in modo che si innamorino o lui cesserà di esistere. Tutto questo mentre cerca anche di tornare nel suo tempo e salvare la vita di Doc Brown. Una storia del genere può sembrare “banale”, considerando i tipi di sci-fi che escono oggi, ma questo film resta una pietra miliare della storia del cinema, capace di rivoluzionare il modo in cui si pensava al genere.
Si è così innestato nella cultura pop mondiale diventando un classico immortale che dal 2015 ha un suo giorno commemorativo. Il 21 ottobre è infatti il “Ritorno al futuro Day”. Ma perché proprio questo giorno? I fan accaniti stanno già alzando le loro braccia per rispondere.
Nel 1989, milioni di spettatori della trilogia cinematografica hanno assistito ai primi segni di viaggio nel tempo futuro attraverso il parabrezza della famigerata DeLorean in Ritorno al futuro 2. Il futuro in cui si proiettano Doc, Marty e Jennifer (Elisabeth Shue) dal 1985 che per loro è il presente è proprio il 21 ottobre 2015.
La storia mandava Marty avanti nel tempo fino al 2015 per risolvere il problema con i suoi figli da cui Doc aveva messo in guardia l’eroe nell’epilogo dell’originale. Come tutta la fantascienza, in un modo o nell’altro, la prima visita alla Hill Valley del 2015 non è una speculazione seria sul futuro, ma una visione del 1985 di ciò che sarebbe potuto accadere se le tendenze della vita e della cultura americana avessero continuato senza ostacoli. Uno squalo in 3D generato al computer che pubblicizza Lo squalo 19 spunta dal tetto della tavola calda e morde la testa di Marty (il quale si lamenta che lo squalo “sembra ancora finto”, una divertente frecciatina al collega e rivale di Zemeckis, Spielberg); ci sono gli hoverboard; tutti indossano le tasche al rovescio; ci sono le cuffie per la realtà virtuale e qualcosa come Facetime; i Chicago Cubs vincono finalmente le World Series.
Alcune di queste previsioni si sono avverate e altre no, ma non importa cosa le scene del futuro abbiano “azzeccato” o “sbagliato”. Ciò che conta è che il tono, il ritmo e i valori di questo mondo futuro sembravano un’estrapolazione della nascente ondata high-tech e della mentalità smaccatamente materialista degli anni ’80. Tutti e tre i film sono diventati la testimonianza di come gli americani immaginavano il passato, il presente e il futuro nei favolosi “eighties”.
Così da 8 anni (dal 2015) il 21 ottobre è una data imprescindibile per tutti gli appassionati di Ritorno al Futuro. Anche per quelli italiani che, grazie a Nexo Digital in collaborazione con l’Associazione Ritorno Al Futuro Italia APS, potranno rivedere nella bellezza del grande schermo e in 4K il primo episodio della trilogia. E non solo. Golden ticket da collezione per gli spettatori, raduni dei fan in tutta Italia, DeLorean davanti alle sale e challenge social per festeggiare alla grande un pezzo della nostra storia (della cultura) contemporanea.
Indipendentemente dall’influenza che il film ha avuto, l’opera di Robert Zemeckis è ancora in grado di competere con la maggior parte delle opere moderne. Tutto ciò che riguarda Ritorno al Futuro è di qualità, dalla scrittura, alla recitazione e alla fotografia in generale, fino ai personaggi, alle battute, ai cimeli e ai momenti nostalgici/iconici che continuano ad appassionare i cinefili grandi e piccini. Quando si guardano tutti e tre i film insieme, non si può fare a meno di ammirare la loro simmetria a orologeria: le scene che fanno rima con altre scene, le gag che fanno rima con altre gag (ci sono tre scontri in tre ristoranti seguiti da tre inseguimenti nella piazza della città). Tenendo conto anche di ciò che il film ha fatto per il genere fantascientifico nel suo complesso, non c’è dubbio che passerà alla storia come uno dei migliori film e franchise di fantascienza di tutti i tempi.
La mini serie debuttava il 19 dicembre 1964, in prima serata su Rai Uno: Lina Wertmüller firma la regia delle 8 puntate in bianco e nero, dall’originale letterario di Vamba. Il progetto per il piccolo schermo vanta costumi di Piero Tosi, e musiche di Luis Bacalov e Nino Rota
Il capolavoro con Gene Wilder è uscito il 15 dicembre 1974: mezzo secolo di follia e divertimento targato Mel Brooks
Il 14 dicembre 1984 usciva nelle sale un film destinato, molto tempo dopo, a diventare cult
Il 10 dicembre 1954 esplode il mito popolare di Alberto Sordi, l’Albertone nazionale. È la sera della prima di Un americano a Roma