Regista non per caso, Ricky Tognazzi ritorna attore in Commedia sexy dell’amico Claudio Bigagli. Con un personaggio che sempre non per caso si chiama Ugo, come qualcun altro che non c’è più e che Tognazzi figlio ricorda spesso e volentieri. La voglia inconfessabile del duo Bigagli-Tognazzi, coadiuvati da Alessandro Benvenuti e dalle sorelle Izzo, è di ritornare, con modi e temi d’oggi alla commedia all’italiana di cui Ugo Tognazzi è stato il simbolo.
Partiamo da Ugo. Che cosa c’entra questo nome con il tuo personaggio?
Bigagli ha confessato: non è stata una scelta casuale. Mi sono divertito molto a interpretare questo personaggio, un avvocato sporcaccione che fa gli scambi di coppie insieme alla moglie e ha un’amante che potrebbe essere sua figlia. Ne conosco tanti, come lui, e sicuramente il pubblico riconoscerà con la stessa facilità il proprio dentista, il commercialista o il vicino di casa insospettabile. Non voglio peccare di presunzione, quindi facciamo tutte le distinzioni possibili, ma sicuramente Ugo ricorda alcuni dei personaggi migliori di mio padre.
Quanto c’è di tuo padre nel tuo modo di recitare?
Quando faccio l’attore, mi affido soprattutto all’istinto. E in questo caso, dovendo interpretare un personaggio così lontano da me, ho fatto riemergere quasi geneticamente alcune gag, un certo modo di muoversi, di stare in scena. Mi è venuto naturale e mi è sembrato adatto alla parte.
Che cosa pensi della commedia italiana di ieri e di quella di oggi?
La commedia all’italiana è stata un grandissimo strumento di critica sociale, uno specchio fedele dei difetti e delle debolezze nazionali. E il pubblico l’ha sempre apprezzata, dimostrando di essere capace di autocritica. Oggi si pensa piuttosto a sottolineare le qualità dei personaggi, l’atteggiamento dei registi è più di tipo morale. E alla fine, normalmente, il protagonista “si salva”. Capisce qualcosa, cambia qualcosa della sua vita. Mentre nei film della stagione di mio padre non si salvava nessuno, mai.
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