Riccardo Sinigallia, poeta resistente e al servizio della musica

E' il ritratto affettuoso di uno dei padri della scena romana musicale di fine Anni ’90 il film di apertura di Alice nella città, che inaugura Panorama Italia con Backliner di Fabio Lovino, bel docume


Apertura all’insegna della musica per la sezione Panorama Italia di Alice nella città che inaugura la selezione con Backliner, ritratto del cantautore e produttore italiano Riccardo Sinigallia, uno dei padri di quella che viene definita la scena romana di fine Anni ’90 (c’è lui dietro gli esordi e i brani più famosi di autori come Niccolò Fabi, Max Gazzè, Tiromancino). Un documentario firmato da Fabio Lovino, fotografo e amico che con Backliner realizza un viaggio nella musica e nella poesia di Sinigallia, lette attraverso la memoria di un piccolo esercito di inconsapevoli pionieri della scena musicale romana degliultimi anni. Un film biografico che è anche una dichiarazione di affetto, in primis quella di Valerio Mastandrea, nel documentario una sorta di guida narrativa emotiva, che descrive il loro rapporto come un viaggiare lontani accomunato dallo scegliere sempre la strada più difficile. “Siamo legati da venticinque anni di amicizia, in cui abbiamo condiviso tante cose – sottolinea Fabio Lovino- La sua musica è molto notturna, e mi ha sempre accompagnato nei miei viaggi fatti durante la notte, quando la melodia si ascolta meglio e tutto è più sensoriale e tangibile. Io, Valerio e Riccardo siamo legati anche dal fare scelte non facili, non commerciali, ma che però poi sostengono maggiormente quello che è il nostro segno artistico”. 

Sullo sfondo, tra immagini di prove in sala e concerti sul palco, dita che corrono veloci lungo le corde della chitarrao che lavorano senza tregua al mixaggio, alcuni degli amici artisti e dei discografici che hanno lavorato con lui, lo raccontano con uno sguardo molto affettuoso Sinigallia come un personaggio che si è fatto strada nell’ambiente underground capitolino grazie alla forte determinazione e a un preciso ideale d’arte, unito a grande passione che ha sempre messo al servizio della musica. Tra le testimonianze, Caterina Caselli lo definisce un artista poetico e generoso, il manager discografico Carlo Martelli ne apprezza il processo creativo inarrestabile, quella capacità di “provare sempre soluzioni nuove e coltivare quel piccolo dubbio anche all’interno delle proprie certezze”. Renato De Maria, che l’ha scelto per le musiche di Paz Amatemi, sottolinea la sua capacità di essere scuro e gravido di contenuti dentro ogni sua frase ma, al tempo stesso, avere quella leggerezza pop improvvisa che apre i suoi testi. Tra le altre voci anche Frankie HI-nrg, Franchino Zampaglione, Filippo Gatti, Francesco Motta, Ice One, Piergiorgio Bellocchio, Marina Rei, Daniele Sinigallia, G-max: tutti tracciano un ritratto emotivo di un artista appassionante e appassionato. 

Grande assente Federico Zampaglione dei Tiromancino, gruppo dal quale Sinigallia è uscito nel 2002, la cui assenza spiega come una scelta voluta a priori: “Quando Fabio mi ha chiesto chi coinvolgere, ho detto che avrei preferito persone con cui non c’è mai stato un problema nel rapporto, con cui ho avuto sempre un rapporto lineare. Con Federico, con cui siamo tutt’ora amici, ma anche con Niccolò Fabi e Max Gazzè, questo non è successo. Ho scritto io le canzoni che li hanno resi famosi, ma non compaio nelle loro biografie. Non ho voluto inserire nessuno di loro perché dopo 25 anni non si può più spiegare quello che è successo, non lo so neanch’io. Ma dei Tiromancino ho chiesto di mettere nel film alcune foto perché sono stati un capitolo importante della mia carriera e della mia vita”. 

Un produttore musicale che scrive pezzi, che suona e arrangia, che della musica dice “con lei sono andato in profondità a cui la parola scritta o detta non è riuscita a portarmi”, a cui piace sentirsi vicino agli artisti e ai progetti che abbraccia fino a sentirli suoi. “Mi piace stare dietro quinte, in studio, un po’ per pudore un po’ per carattere – dice – per mettere al centro solo la musica e la proposta artistica, come se fossi un pittore o uno scrittore”. Figlio di una delle prime produttrice musicali donne italiane, che fin da piccolo lo ha avvicinato ai più grandi artisti degli Anni ‘80, dandogli la possibilità di assistere a nove anni a un soundcheck di Donna Summer, che ricorda come “una strega incredibile e dall’erotismo unico”.

Nei confronti, poi,  della musica degli ultimi anni che sta prendendo una deriva commerciale, legata a talent e follower sui social piuttosto che a qualità artistica, denuncia: “Chi fa musica oggi è consapevole che l’alleggerimento della qualità è una caratteristica importante anche a livello di comunicazione e marketing. Sento negli ultimi cinque anni una rivalsa dell’antipoetica, che da un certo punto di vista può essere anche interessante perché rispecchia un momento storico. Ma la reiterazione della non qualità è una cosa difficile da sopportare”.  Posizione che condivide pienamente anche Fabio Lovino che ribatte: “Per noi è necessario resistere, puntare su una linea diversa da quello del flusso totale. Una scelta che da una parte appaga, però dall’altra si paga”. 

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18 Ottobre 2018

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