Renzo Arbore: senza Lucio, un talento fuori del comune

Renzo Arbore parla con grande affetto e stima del cantautore bolognese alla presentazione di Senza Lucio, ritratto inusuale e inedito, firmato da Mario Sesti, in sala il 4 marzo


“Accosto Lucio Dalla a Lucio Battisti, nel senso che li ritengo due musicisti fuori ordinanza, a differenza per esempio della cosiddetta scuola genovese, De Andrè, Paoli, Endrigo, Tenco, ispirata dai cantautori francesi. Dalla era un talento del tutto autonomo, capace di scrivere canzoni molto diverse, di spaziare dalla lirica alla canzone napoletana, dal jazz al rock. Insomma un talento da rileggere musicalmente”. Renzo Arbore parla con grande affetto e stima del cantautore bolognese, scomparso il marzo di 3 anni fa, alla presentazione di Senza Lucio, ritratto inusuale e inedito, firmato da Mario Sesti, prodotto da Erma Production di Massimiliano De Carolis e distribuito da Unipol Biografilm Collection – I Wonder Pictures in oltre 150 copie il 4 marzo, anniversario della nascita.

Arbore ricorda le varie occasioni d’incontro con Lucio, a cominciare da quella volta in cui lui ragazzino intrattenne Dalla bambino mentre la la mamma di quest’ultimo, la signora Melotti da Bologna sbarcata in Puglia, vendeva vestiti alla moda alla madre di Arbore. O quella volta in cui le loro esibizioni musicali, figlie del jazz classico di New Orleans, s’incrociarono sia al Fauno Bar di Sorrento sia con la banda jazz di Bologna, o ancora il suo debutto alla casa discografica RCA quando Arbore, insieme a Gianni Boncompagni, era un popolare dj.

“Lucio si ‘sdava’, andava ovunque lo chiamassero” ricorda ancora Arbore, un ritratto questo inedito che emerge anche dal film perché “a Lucio piaceva un po’ tutto: dalla pittura al cinema, dalla spiritualità alla poesia, al teatro”, aggiunge Sesti. Mancano nel film le canzoni interpretate da Dalla e le voci di artisti che lo avevano frequentato come Avati, Morandi, De Gregori, Battiato, ma è una scelta meditata. Il regista voleva scoprire qualcosa di nuovo di Dalla, non quello già raccontato altre volte, e di grande aiuto sono state la testimonianza e le fotografie di Marco Alemanno, colui che gli è stato più vicino negli ultimi 10 anni.

“Il film parte dalla sua assenza, dal vuoto che ha lasciato, per far sentire a tutti noi quanto ci ha lasciato. Volevo mostrare  – spiega Sesti – quanto Lucio Dalla abbia intrecciato, nella sua vita, una fitta rete di relazioni, lasciando un segno indelebile in ognuno”.

Il film, che fa parte della cinquina dei Nastri d’argento per il Miglior documentario sul cinema e lo spettacolo, verrà presentato in anteprima domani, mercoledì 25 febbraio alla Cineteca di Bologna per l’inaugurazione del Festival Visioni Italiane e il 2/3/4 marzo a Bologna (Odeon), Roma (Adriano), Milano (Colosseo, presente la band Marta sui tubi), Torino (Nazionale) e Firenze (Fulgor) nella programmazione di Sala Bio, la sala cinematografica che propone i migliori racconti di vita. Con l’obiettivo di riproporlo nella programmazione delle arene estive, magari accompagnato da un evento musicale dal vivo.

Lucio dove sei? Ci manchi

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24 Febbraio 2015

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