Rendition: divi Usa contro gli abusi della Cia


Detenzioni illegali, segreti di stato, diritti civili negati a sospetti terroristi, torturati e fatti scomparire grazie alle trame della Cia: questo il lato oscuro dell’America
mostrato in Rendition di Gavin Hood presentato nella sezione Premiere. Il film, che ha ricevuto una buona accoglienza dalla stampa internazionale, sarà nelle sale nel 2008 distribuito da Eagle. La pellicola squarcia un velo su una questione scottante, per la quale “bisognerebbe dire ai politici di smettere di recitare”, ha esordito l’attore Jake Gyllenhaal, affiancato sullo schermo da ben tre premi Oscar: il regista Gavin Hood (Tsotsi, 2006) e le attrici Meryl Streep e Reese Witherspoon.
Arresti coatti, deportazioni in Paesi dove si usa la tortura per ottenere informazioni e detenzioni in condizioni inumane: queste le fasi della extrardinary rendition (consegna straordinaria), una controversa procedura speciale utilizzata dai servizi segreti americani, soprattutto dopo l’11 settembre, contro i presunti terroristi e istituita sotto la presidenza di Clinton. La vicenda parte da un attentato in Nordafrica, dove muore un agente della Cia: la prima conseguenza è l’arresto coatto, all’aeroporto di Washington di Anwar El-Ibrahimi (Omar Metwally), ingegnere chimico egiziano 35enne, residente da vent’anni negli Usa, sospettato di aver collaborato con il gruppo terroristico che ha organizzato l’attacco suicida. Douglas Freeman (Jake Gyllenhaal) analista Cia, di stanza in Nordafrica, entra in crisi dopo aver assistito agli interrogatori brutali cui viene sottoposto El-Ibrahimi dal capo della polizia locale. La moglie dell’ingegnere egiziano, l’americana Isabella (Witherspoon), mobilita il vecchio amico Alan Smith (Peter Saarsgard), assistente di un senatore, per scoprire cosa sia successo al marito. Smith arriva a Corinne Whitman (Meryl Streep), responsabile Cia delle operazioni rendition, ma è una strada senza uscita. Il punto non è scoprire se El-Ibrahimi è colpevole o no, ma la domanda che il regista pone al pubblico è: Siete d’accordo con la politica utilizzata per scoprirlo?

A denunciare questi abusi è stavolta Hollywood, con un film dove si mostra “quanto sia sbagliato ricorrere alla tortura e si cerca anche di spiegare perché chi usa questi metodi come strumento di difesa se ne senta in diritto”, ha spiegato Gyllenhaal. Mentre Reese Witherspoon, attirata in Rendition dal “ruolo di un’americana sposata a un musulmano”, alterna con disinvoltura commedia e dramma: uscirà infatti negli Stati uniti, a febbraio 2008, un nuovo film prodotto dalla sua casa di produzione, la Type A, nel quale la star ha un cammeo. Si tratta di Penelope, favola moderna diretta da Mark Palansky con Christina Ricci, Richard E. Grant e James McAvoy.

21 Ottobre 2007

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