150 anni di storia della scuola italiana, dall’Unità al 2000, il luogo fisico dove si è formato il carattere del nostro Paese. Il luogo che forse del Paese è il cuore. È questa la storia che racconta Registro di classe, il film d’archivio in due parti – Libro primo e Libro secondo – diretto e montato da Gianni Amelio insieme a Cecilia Pagliarani, prodotto da Istituto Luce Cinecittà con Rai Cinema e Rai Com, e distribuito da Luce Cinecittà, che arriva in prima visione tv su Raiuno (leggi la nostra intervista). L’appuntamento con il primo capitolo del dittico è questa domenica 10 marzo, in seconda serata all’interno di Speciale TG1. Presentato in prima mondiale alla Festa del Cinema di Roma del 2015, con un’accoglienza di pubblico e critica importante e commossa, il film si raccontava così nelle parole degli autori: “I registri di classe servono a segnare le assenze e i voti degli alunni. Ma non tutti gli alunni sono uguali, non a tutti sono date le stesse possibilità. In questo viaggio lungo più di un secolo, insegnanti, bambini, genitori di ogni parte d’Italia raccontano la storia della scuola dell’obbligo, vissuta in prima persona tra grandi aspettative e delusioni spesso profonde’’.
Frutto di un intenso lavoro di ricerca e montaggio delle fonti d’archivio, che ha dato esiti a tratti sorprendenti, Registro di classe regala materiali provenienti da fondi fondamentali come Archivio Storico Luce, Rai Teche, M.I.U.R., Nosarchives.Com, Ascer, Casa Della Memoria, Edu, FDLM, Indire.
“Parlare della scuola – scrivono gli autori nelle note di regia – soprattutto di quella primaria, è un modo per raccontare un Paese che cresce (o arretra) insieme alla sua scuola. In questo libro primo c’è il Novecento fino agli anni ’60, quando la televisione diventa una grande lavagna… Anche se si definiva scuola dell’obbligo, il bisogno, l’indigenza, le guerre, portavano a considerare l’apprendimento qualcosa di superfluo, destinato ai ricchi, dal quale gran parte della società veniva tenuta fuori o si autoescludeva, come se fosse un dovere imposto e non un diritto. Nei registri di classe, mezzo secolo fa, si annotava la professione del padre (mai della madre, le madri ‘non lavoravano’…). Era in base a questa professione, a questo ruolo nella comunità, che si distribuivano gli scolari nelle sezioni e si destinavano all’una o all’altra gli insegnanti. Questo film d’archivio vuole raccontare il passato per risvegliare l’attenzione sui giorni nostri, perché certe discriminazioni non muoiono ma cambiano faccia, e i problemi si ripresentano sotto altre forme. È una riflessione per chi condivide l’amore per la scuola e sa che dalla scuola nasce il futuro, che nella scuola c’è il seme di una conquista”.
Registro di classe Libro secondo andrà in onda prossimamente, sempre all’interno dello Speciale TG1.
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