Registi a confronto: l’emergenza è la pirateria

Crisi culturale e pirateria sono gli argomenti caldi affrontati da alcuni cineasti che si sono riuniti a convegno a Firenze sabato scorso per “Chiacchiere da set”, un incontro organizzato dalla Rai e moderato da Vincenzo Mollica.

Per Ferzan Ozpetek, “l’Italia potrebbe campare di arte, eppure nessun politico parla di cinema, teatro, lirica. Questo è gravissimo. La vera crisi in Italia è quella culturale”. Il regista italo-turco, insieme ai colleghi Leonardo Pieraccioni, Saverio Costanzo, Fausto Brizzi e Paolo Genovese, ha parlato a ruota libera. “Escono film di debuttanti molto belli che nessuno va a vedere perché non c’è la curiosità – ha proseguito – Il problema è che da una ventina d’anni si pensa che il cinema sia fatto da fannulloni”.

Pieraccioni ha puntato il dito contro la pirateria: “Due anni fa quando ho fatto Finalmente la felicità , sono andato al bar e il barista mi ha chiesto: quando esce il tuo film. Venerdì? Bene, così sabato lo scarico. Pensavo fosse una battuta, ma era la verità. Possibile che non si riesca a fare nulla contro la pirateria. Mi viene da pensare che le compagnie telefoniche abbiano interesse allo status quo. Si dice che la pirateria sottragga il 30-33% delle risorse, secondo me si arriva a 50%”.

“Nessun politico fa nulla perché teme di risultare impopolare – gli ha risposto Fausto Brizzi – Ci vuole un partito che si prenda la responsabilità di diventare impopolare”. Per il regista di Maschi contro femmine il principale difetto del cinema italiano è la scarsa “ricerca di nuovi talenti, non ci sono investimenti su opere prime e seconde. Si arriva all’esordio quando si hanno 40 anni, invece ci si dovrebbe arrivare a poco più di 20”. “In Italia non c’è cultura cinematografica – gli ha fatto eco Genovese -. Non se ne parla a scuola, non se ne parla in tv se non in orari impossibili. Solo se un paese diventa ‘colto’, diventa più facile apprezzare il lavoro di chi opera in questo settore”.