Quo vadis, baby?


G. SalvatoresLa visione di circa due minuti e mezzo di Quo vadis, baby?, il nuovo film di Gabriele Salvatores, ha avuto una doppia valenza al Courmayeur Noir in Festival. Seppur “impresentabili” (regista, produttore, attori e sceneggiatore sono stati letteralmente prelevati dal set), le immagini “sporche”, montate via telefono, hanno già fornito qualche indicazione su quale film il regista milanese stia realizzando dopo il successo di Io non ho paura. “Un piccolo film di ricerca”, come lo ha definito lo stesso Salvatores, costato circa tre milioni di euro, girato in HD, ambientato a Bologna (gli interni sono girati a Roma), che abbandona i colori caldi e luminosi della pellicola tratta dal romanzo di Niccolò Ammaniti per assumere, invece, i toni scuri e opprimenti del noir psicologico imposti dalla scrittura di Grazia Verasani, l’autrice del libro omonimo.
Il secondo motivo d’interesse è il primo compleanno della Colorado Noir che dalle intenzioni e proclami è passata ai fatti. Quo vadis, baby? è il primo film tratto da una pubblicazione della neonata casa editrice di romanzi noir partorita dalla collaborazione tra il produttore Maurizio Totti, lo stesso Gabriele Salvatores, il direttore del Noir in Festival Giorgio Gosetti, e lo scrittore, giornalista ed editor Sandrone Dazieri. Altri progetti sono all’orizzonte, il romanzo “Un gioco da ragazze” di Andrea Cotti, “Hollywood – Palermo” dello scrittore-poliziotto Piergiorgio Di Cara e “Piena di grazia” di Matteo Bortolotti. Mentre accanto al libro della Verasani è stato già pubblicato “Let it be” di Paolo Grugni.
Se in Quo vadis, baby? il ponte tra letteratura e cinema collega una giovane scrittrice, che per la prima volta si confronta con il grande pubblico, a un regista più che affermato, le prossime produzioni potrebbero riservare qualche novità anche sul fronte della regia, con giovani autori provenienti da esperienze pubblicitarie o dal cortometraggio. E’ il caso di “Gioco da ragazze” che dovrebbe essere stato affidato alla regia di una giovane pubblicitaria e cortista già impegnata in produzioni della Colorado Film.
Totti ha anche prospettato una regia straniera, dato che l’esperimento della Colorado Noir desta una certa curiosità soprattutto in America. E allora chissà che, ad esempio, la Brianza immaginata da Paolo Grugni in “Let it be” non si trasformi in una regione del Canada con l’evidente riferimento cinematografico alle paure e angosce di Twin Peaks.

Quanto a Quo vadis, baby? Salvatores ha aggiunto: “Lo giudico uno spazio di libertà. E’ importante che il tempo delle riprese sia diviso in due momenti con un’inconsueta pausa in mezzo. In quei giorni, anche grazie all’uso del digitale, potremo già effettuare un pre-montaggio che dà a questo film il carattere del work in progress. Lo stesso uso del digitale mi ha consentito di far lavorare gli attori come se avessero davanti uno spartito di musica jazz, tra regole e improvvisazione. Inoltre, ho voluto giocare su un doppio sguardo. Quello soggettivo dei protagonisti e quello oggettivo degli spettatori che, alla fine della storia, vedranno una scena ripresa in campo lungo e potranno ricostruire una verità sconosciuta agli stessi protagonisti. Per operare questa distinzione, ho realizzato anche delle inquadrature con delle piccole videocamere poste sulle teste degli attori, a rimarcare l’esibizione di un punto di vista determinato. Mentre al pubblico è dato l’incarico di trovare quelle risposte che neanche nel libro sono presenti. Questo è uno degli elementi che separa il romanzo di Grazia dal mio film”.
All’infedeltà necessaria per passare da un libro a un film corrisponde comunque una sostanziale fedeltà. “La doppia prospettiva, quella oggettiva e quella soggettiva, è un’idea che proviene direttamente dal testo. Ogni immagine è un piccolo pezzo di un puzzle. La storia da un lato procede attraverso i ricordi di Giorgia (Angela Baraldi), una detective che scatta fotografie per scoprire tradimenti matrimoniali e che a un certo punto decide di indagare sulle cause del suicidio di sua sorella; dall’altro attraverso le videocassette prodotte da Ada, la sorella di Giorgia, interpretata da Claudia Zanella. Sono visioni frammentarie che solo il pubblico può ricostruire”.
“Giorgia è un personaggio profondo – ha spiegato Angela Baraldi – che mi ha costretto alla lettura di molti sottotesti”. “Ada – ha risposto Claudia Zanella – è una donna che non ha ottenuto quello che avrebbe voluto. Tra i tanti sogni, c’era quello di fare l’attrice. E’ una donna adrenalinica, sempre innamorata, che alla fine decide di farsi da sé i suoi film, così inizia a produrre una serie di videocassette che dopo il suo suicidio arriveranno nelle mani della sorella”.

13 Dicembre 2004

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