Quinzaine, venga a prendere un caffè da noi


Petit déjeuner a Villa Medici per il nuovo delegato generale della Quinzaine des Réalisateurs Edouard Waintrop, il segretario generale Christophe Leparc e un manipolo di produttori (tra gli altri Tilde Corsi, Francesco Pamphili, Marta Donzelli, Fabrizio Mosca, Carlo Cresto Dina, Silvia Innocenzi) e distributori italiani. L’ha organizzato, con l’Accademia di FranciaIstituto Luce Cinecittà Filmitalia e Roberto Cicutto ha ricordato il forte rapporto con la sezione indipendente del Festival di Cannes, dove due film del Luce, Le quattro volte e Corpo celeste hanno trovato di recente un trampolino internazionale formidabile, “ma la mia più forte emozione alla Quinzaine fu come distributore di un film non italiano ovvero Distant voices, still lives di Terence Davies nell’88, con lunghi minuti di applausi e grande commozione”.

 

Proprio per recuperare il forte rapporto della Quinzaine con il pubblico della Croisette, rapporto che secondo molti si sarebbe incrinato portando alle dimissioni di Frédéric Boyer dopo appena due anni di incarico (il suo predecessore Olivier Père, attualmente direttore del Festival di Locarno, era stato in sella quattro), Waintrop è chiamato a mettere a frutto la sua lunga esperienza come giornalista di Libération. “Vorrei ridare alla Quinzaine lo spirito con cui è stata creata nel ’68, come luogo di incontro tra il mondo del cinema francese e quello internazionale. Dobbiamo scoprire talenti nuovi o autori ignorati ma soprattutto essere il luogo dove si può discutere di cinema anche oltre il breve spazio che nei giorni frenetici del festival è riservato a ciascun film, magari davanti a un caffè. Per questo la spiaggia davanti al Palais Stéphanie sarà il nostro quartier generale durante il Festival, dal 16 al 27 maggio”.

Waintrop, che è stato per quattro anni direttore artistico del Fribourg Film Festival in Svizzera e continua a scrivere di cinema sul blog di Libération, non nasconde la sua passione per il cinema di grande impatto. “Una delle cose che amo della scuola italiana è proprio la sua capacità di mettere in rapporto creatività e pubblico, come anche il cinema americano e il miglior cinema francese hanno saputo fare”. E cita tra i suoi preferiti Ettore Scola e la commedia dei grandi sceneggiatori, Age e Scarpelli. Ma è ancora presto per annunciare un eventuale titolo italiano nella selezione di quest’anno: “Abbiamo visto circa 35 vostri film, tra cui una decina di coproduzioni, ma stiamo ancora valutando”. Per l’annuncio ufficiale bisognerà aspettare il 24 aprile. Di sicuro Waintrop vuole una sezione snella, “per difendere al meglio le opere che sceglieremo, anche affiancando un cineasta francese, come padrino, a ciascun regista straniero”. Quanto a Christophe Leparc, sottolinea come la Quinzaine abbia scoperto tanti talenti italiani, tra cui il Matteo Garrone dell’ Imbalsamatore, che potrebbe tornare in questa edizione del Festival in concorso, dopo Gomorra, con l’atteso Big House. Altri papabili, contesi tra le varie sezioni (ma Waintrop è in ottimi rapporti con Thierry Frémaux, a cui lo unisce una lunga amicizia e frequentazione) sono Leonardo Di Costanzo (L’intervallo), Alina Marazzi (Baby Blues), Sergio Castellitto (Venuto al mondo), Stefano Tummolini (L’estate sta finendo), Elisa Fuksas (Nina), Daniele Ciprì (E’ stato il figlio). Mentre Bernardo Bertolucci e Marco Tullio Giordana potrebbero trovare un’adeguata collocazione anche nel fuori concorso o in Un Certain Regard, sezione molto amata dallo stesso Frémaux e che lo scorso anno riservò le migliori sorprese ai cinefili. Infine, da segnalare che anche la 51° Semaine de la Critique ha un nuovo delegato, il critico e storico del cinema Charles Tesson, ex dei Cahiers. La sfida, dunque, si preannuncia interessante.

 

autore
04 Aprile 2012

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