Un passo indietro dei politici e un passo in avanti del mondo del cinema in quanto interlocutore autorevole dei Festival, il rispetto delle regole previste, la convocazione urgente del Consiglio d’amministrazione della Fondazione Cinema per Roma, già rinviato. Questa la via tracciata nel corso dell’affollato incontro nella Capitale presso la Libreria del Cinema a Trastevere per uscire dall’attuale stallo che vede il Festival di Roma senza una guida dopo la scadenza del mandato di Piera Detassis lo scorso dicembre e la candidatura di Marco Müller targata Polverini-Alemanno.
Con accenti diversi, ma con il comune intento che si debba fare in fretta perché il Festival di Roma non può aspettare altro tempo, ne sono convinti gran parte dei presenti: i registi Giuseppe Piccioni, Valerio Jalongo, Maurizio Sciarra, Giorgia Cecere e Giorgio Diritti, i produttori Angelo Barbagallo (a lui lo scomodo compito di argomentare il criticato comunicato dell’Anica pro Müller), Francesca Cima, Donatella Botti e Francesco Pamphili, gli sceneggiatori Sandro Petraglia e Linda Ferri, e poi Laura Delli Colli, Fabia Bettini, Gianluca Giannelli e Francesca Via.
Apre il padrone di casa e promotore dell’iniziativa, il regista Giuseppe Piccioni che invoca discrezione e misura da parte dei politici e rispetto delle procedure, “non mi rassicura un clima di conflitti”. Il direttore uscente Piera Detassis non viene meno al suo understatement mostrato finora, ma ribadisce alcuni concetti già espressi. Innanzitutto ricorda di aver appreso solo dalla stampa, la vigilia di Natale, il benservito e la candidatura di Müller. E’ così venuto meno il rispetto delle regole, perché “al presidente Gian Luigi Rondi compete di nominare il direttore artistico e peraltro già aveva espresso la volontà di riconfermare la squadra”
La Detassis ci tiene poi a precisare, a differenza di quanto sostenuto dall’Anica che “i veti incrociati hanno riguardato entrambi i nomi, il mio e quello di Müller”. E ricorda che è mancata una verifica dei risultati raggiunti dal Festival e un confronto con il direttore e con il mondo del cinema sui programmi futuri e sui possibili miglioramenti. “Se così si fosse proceduto oggi avremmo una direzione artistica e non il vuoto – conclude la Detassis – tanto più che questo festival, in passato così discusso, ora sembra piacere molto e tanti lo vogliono”.
Il leitmotiv dell’incontro è il citato comunicato Anica, peraltro contestato da alcuni produttori aderenti come Domenico Procacci e Francesco Pamphili. Il presidente della sezione produttori Angelo Barbagallo dice di averlo condiviso. “Personalmente ero per la riconferma di Piera, ma nel momento in cui lei sembrava non far più parte della partita, era necessario che l’Anica prendesse una posizione chiara, per uscire dalla impasse ed evitare che si aprisse la folle corsa per un terzo, quarto, ennesimo nome”.
Anche per Francesca Cima era importante che i produttori dicessero la loro, “sottraendo il Festival ai giochi di potere di entrambe le parti politiche”. Valerio Jalongo dei 100autori si chiede perché non ci sia stato un confronto tra i soggetti del cinema sul lavoro svolto dalla Detassis, intervenendo nel merito dei contenuti e del programma della manifestazione.
E intanto sul ‘Messaggero’ il presidente della Fondazione Cinema per Roma Gian Luigi Rondi dichiara che “entro una settimana qualcosa succederà, dovrà succedere perché ormai siamo fuori tempo massimo. L’unica possibilità di uscire da questa paralisi è trovare un candidato per la direzione che metta d’accordo tutti. Aspetto proposte, io non mi muovo”.
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