Roberta e Alessandra sono una coppia. Ma non sono omosessuali. La storia è più complicata e al contempo più semplice di quanto non sembri. Alessandra è nata uomo. Alessandro Gracis, avvocato di successo, piacente e apprezzato. Gli piacciono le donne, però si sente donna anche lui. Così decide di operarsi. Le due donne sono protagoniste di Lei è mio marito, interessante documentario di Gloria Aura Bortolini e Annamaria Gallone. Un film lontano da tutto ciò che finora abbiamo visto sui trans. Niente di kitsch o sopra le righe, né tantomeno di torbido. Una storia d’amore, certo d’amore complicato, ma vissuto nella sua quotidianità. Ne parliamo con Bortolini, raggiunta al telefono dalla redazione di CinecittàNews.
“Si tratta di una vicenda che conosco personalmente – dice la regista – perché l’avvocato Gracis era il proprietario della casa dove vivevo a Parigi. Lo conoscevo da scapolo single, un bel signore di 50 anni. Un giorno mi disse: “così non mi rivedrai più, sto diventando donna”. Restai spiazzata, chiaramente. Così con il suo consenso ho deciso di raccontare l’evoluzioned ella sua storia: l’ho seguito per tre anni insieme ad Annamaria per documentare ogni tappa del suo cambiamento, a partire dalla sofferta rivelazione dei suoi intenti in società: dai suoi genitori all’ufficio. Lui vive a Conegliano, vicino Treviso, un paese di provincia, quindi perbenista. La sua è anche una famiglia nota, può immaginare le difficoltà. Si è operato a San Francisco dal miglior chirurgo del mondo. Ma la particolarità è appunto il suo matrimonio con Roberta, che è stato possibile solo grazie al fatto che lui ha rinunciato a cambiare identità in comune”. Ma non solo per questo, la coppia non vive il proprio rapporto come un rapporto omosessuale: “La donna che lui ha sposato non è lesbica. Lo aveva conosciuto da uomo e lei stessa è rimasta sorpresa dallo scoprire che il suo compagno si sentiva donna. Questo percorso, dolorosissimo, lo ha intrapreso per amore. L’avvocato invece, paradossalmente, è attratto dalle donne. Tanto che sua sorella non riusciva a spiegarsi il perché di questo cambiamento. Hanno un rapporto per lo più platonico. Lui ha rinunciato al sesso. Lei invece accetta la situazione in virtù di ciò che la lega al suo compagno/compagna. Alla vigilia dell’operazione c’è stata una discussione molto forte tra i due, perché Roberta viveva quell’evento come la morte del suo compagno. Quelli che invece hanno accettato il cambiamento di buon grado sono stati i clienti, ne ha perso solo uno, in virtù della sua riconosciuta professionalità”.
Colpisce, del documentario, anche l’estrema naturalezza con cui i protagonisti, coinvolti in un momento tanto delicato delle loro vite, si muovono di fronte alle telecamere: “Il rapporto d’amicizia e fiducia tra me e Gracis – conclude Bortolini – mi ha permesso di rendere tutto in maniera estremamente spontanea, grazie anche all’abilità della co-regista Annamaria. Era come se le telecamere non fossero più visibili, non c’erano filtri. A operazione avvenuta, tutti convengono che Alessandra in vesti femminili si trova molto più a suo agio. Ha sempre avuto un corpo minuto e come donna è credibile. Anzi, tutti pensano che sia una donna molto più bella di quanto non fosse in quanto uomo. Il film è stato appena terminato e lo stiamo presentando nel circuito dei festival internazionali. Abbiamo un distributore per l’estero ma vorremmo che trovasse il suo spazio anche in Italia perché abbatte molti cliché sul tema che affronta. Parliamo di un uomo di 50 anni, realizzato, che a un certo punto cambia identità. Non c’è violenza né morbosità, è una cosa che può succedere a chiunque”.
Una chiacchierata tra amici, insieme al giornalista Davide Pulici, su un cinema che non c'è più. Il documentario di Giorgio Bruno fa anche da omaggio al regista di Cannibal Holocaust, che ci ha lasciati nel 2022
Venerdì 24 l'anteprima del film dedicato alla squadra di calcio giovanile Spartak San Gennaro che raggruppa i ragazzi del quartiere Montesanto dando loro una nuova opportunità sociale
La seconda edizione del Premio Film Impresa - 9/11 aprile, Roma - presenta l’anteprima del doc dell’autore bergamasco, sul pluricampione mondiale di MotoGP, prodotto dall’azienda Dainese, centro del racconto industriale. Il Premio Olmi conferito a Francesca Archibugi
Il documentario in due parti dedicata al grande attore e comico Steve Martin uscirà sulla piattaforma il 29 marzo