Quando il poker è uno sport


La maggior parte di noi, pensando al poker, associa immediatamente immagini di partite clandestine, tavoli fumosi, alcool e famiglie rovinate da debiti insormontabili. Il gioco d’azzardo, dove conta molto la fortuna, rischia di diventare una vera e propria droga per chi lo pratica senza un minimo di coscienza.

 

Però, c’è anche una realtà parallela a tutto questo. E’ il mondo del Texas Hold’em, che è sì, di base, una variante del poker, ma molto più simile a una disciplina sportiva, legalmente regolamentata e talmente seguita da essere diventata nel corso degli ulti anni un vero e proprio fenomeno di massa. Tra i due diversi modi d’intendere il gioco, almeno secondo la teoria di Fabrizio Crimi, Presidente della Gaming VC Corporation Spa reinventatosi produttore per il film Poker Generation, in sala con Iris Film il 13 aprile in 80-100 copie, passerebbe un oceano. Anzi, il film lo ha ideato, insieme al regista Gianluca Mingotto, proprio per raccontare la verità dietro a quella che, secondo lui “è una comunità sana e non malata, di gente che mette in pratica un’autentica materia che richiede studio, dedizione e abilità. L’iscrizione al torneo prevede il versamento di una quota, dopodiché tutti hanno le stesse possibilità di vincere, si tratta in fondo di un principio democratico”.

Il presidente dell’associazione di consumatori Primo consumo, Marco Polizzi, ha espresso però a fine proiezione i suoi dubbi: “Pensiamo di scrivere al ministero dei Beni culturali per chiedere il divieto ai minori di 18 anni, come è vietato il gioco d’azzardo. Non discuto sul valore cinematografico, ma il film mostra solo vincenti e può essere un messaggio fuorviante, soprattutto per i minori, i più a rischio con il gioco online”.

Ma la pellicola ha già passato il vaglio della commissione censura, ed è per tutti. “Noi parliamo specificamente del Texas Hold’em – specifica Crimi – quindi il poker sportivo, che ha molto poco a che fare con il gioco d’azzardo classico”.

 

E d’altro canto è innegabile, dati alla mano, che il fenomeno coinvolga nel nostro Paese quattro milioni di persone tra programmi tv, tornei online ed internazionali, a cui si può partecipare anche con puntate minime. “Per prepararmi – racconta il regista Mingotto – ho intervistato molti player professionisti e ho capito di avere a che fare con veri e propri sportivi. O in alternativa, potremmo parlare di professori che conoscono molto bene la loro materia. E’ una disciplina che non richiede preparazione fisica, ma devi avere la mente sgombra, quindi anche l’allenamento è importante. Patrik Antonious ad esempio era un’ex giocatore di Tennis. Se non sei lucido non puoi sederti al tavolo. E’ gente concentrata per otto ore al giorno, come in un torneo di scacchi. Ma al contempo non c’è malattia in loro. A Malta mi sono appassionato a questo mondo e sono diventato anch’io un giocatore. Si divertono, si mettono in gioco, ne approfittano con una vacanza con le loro famiglie, ma è tutta gente assolutamente normale. Si concentrano, si sfogano, è un’attività che fa bene. La ludopatia sta in altri posti, in questo senso fanno più danni i gratta e vinci o le slot machine che si vedono nei bar”.

Il film, realizzato con un budget di circa 2 milioni di euro raccolti tra i molti sponsor legati al mondo del Texas Hold’em, è già stato opzionato per la distribuzione estera. Nel cast ci sono Francesco Pannofino, Lina Sastri, Andrea Montovoli, Piero Cardano e Francesca Fioretti, proveniente dal Grande Fratello. “Noi la nostra mano l’abbiamo già vinta – conclude Crimi – Le prevendite sono andate molto bene e alcuni grossi esercenti stanno spostando il film in sale più grandi. Le aspettative, insomma, sono incoraggianti. Ma al di là del botteghino, per noi è già un risultato essere riusciti senza aiuti esterni a realizzare il film”.

autore
10 Aprile 2012

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