Quando Cenerentola salvò Walt Disney

Al netto dell'inflazione il classico Disney de 1950 sarebbe al quinto posto assoluto nella storia dei film d'animazione


Inside Out 2 è il film animato che ha incassato più soldi nella storia del cinema, ma se consideriamo la rivalutazione monetaria è “dietro” diversi film, tra cui Cenerentola che uscito nel 1950 oggi avrebbe in cassaforte 1,7 miliardi di dollari, piazzandosi (in un’ideale classifica che tenga conto dell’inflazione) al quinto posto assoluto trai lungometraggi d’animazione.

In principio era Strabone

Cenerentola, come si sa, è una fiaba popolare con migliaia di varianti che vengono raccontate in tutto il mondo. La protagonista è una giovane che vive un’esistenza grama e da sottomessa che, grazie ad un incontro fortuito, con un principe ascende al trono in un magico “rovescio di destino”. La storia di Rhodopis, raccontata dal geografo greco Strabone tra il 7 a.C. e il 23 d.C., su una schiava greca che sposa il re d’Egitto, è solitamente considerata la prima variante conosciuta della storia di Cenerentola.

Ma il testo di riferimento per Walt Disney fu la fiaba di Charles Perrault del 1697 che adattò  come parte della sua serie di cortometraggi animati per il Laugh-O-Gram Studio nel 1922. Tra l’altro aveva intenzione di produrne una seconda versione nel dicembre 1933 come cortometraggio per il fortunato catalogo delle sue Silly Symphony. Tuttavia, all’inizio del 1938, la storia si rivelò troppo complicata per essere condensata in un cortometraggio, quindi Disney considerò di utilizzare quella storia per sviluppare un potenziale lungometraggio animato, a partire da una scaletta di quattordici pagine scritta da Al Perkins.

Una salvezza chiamata Cenerentola

Dietro questa suggestione, però, si stava facendo strada anche un’idea più concreta dettata dalla situazione finanziaria degli Studios. Dopo il grande successo di Biancaneve e i sette nani del 1937, con lo scoppio della seconda guerra mondiale, era cominciata una fase turbolenta per la società di Walt Disney.

Il film Fantasia amato molto dalla critica aveva, però, perso un bel po’ di soldi  a causa dei mancati introiti del mercato europeo congelato dalla catastrofe bellica. Tra l’altro i Walt Disney Studios furono requisiti dall’esercito che li trasformò in una base militare e la società costretta a produrre cartoon di propaganda.

Il debito cresceva, fino a trovare parziale sollievo grazie all’uscita di successo di Bongo e i tre avventurieri (1947) che lo abbassò da 4,2 milioni di dollari a 3 milioni di dollari. Per riportare lo studio alla piena salute finanziaria, Walt espresse il suo desiderio di tornare a produrre lungometraggi animati. A quel tempo, tre progetti animati, Cenerentola , Alice nel paese delle meraviglie e Peter Pan, erano in fase di sviluppo. Disney ritenne che i personaggi degli ultimi due fossero troppo freddi, mentre Cenerentola conteneva elementi simili a Biancaneve, film che aveva salvato i cuori degli spettatori dalla Grande Depressione,  e diede il via libera al progetto. Disney, quindi, puntò tutto su Cenerentola per risollevare le sorti economiche degli Studios dopo questo decennio debilitante che aveva attraversato la sua società.

“Era il pubblico che voleva un lungometraggio come Cenerentola”, ha ricordato uno dei più grandi animatori Disney, Frank Thomas. “Walt incontrava i critici, persone del mestiere e i semplici spettatori e tutti gli dicevano: Perché non fate qualcosa come Biancaneve?”

Cenerentola uscì nei cinema il 15 febbraio 1950. Ricevette il plauso della critica e il Paese ne fu entusiasta, diventando il più grande successo della Disney dai tempi di Biancaneve (1937) e contribuendo così a invertire le sorti dello studio.

Il giorno dell’uscita del film, il Mayfair Theatre di New York aprì in anticipo, e 200 persone si misero in fila prima del previsto: nonostante i bambini avessero le vacanze scolastiche, la folla era composta per lo più da adulti. Nel giro di poche settimane, Cenerentola stava già raggiungendo i record di incassi e competeva per i primi posti con le controparti in live-action.

Pro e contro il film

Anche la critica accolse film con favore. Cenerentola ricevette tre nomination all’Oscar, tra cui Miglior colonna sonora di un film musicale, Miglior sound e Miglior canzone originale per ” Bibbidi-Bobbidi-Bu “.

Il 22 febbraio, il popolarissimo crooner Bing Crosby promosse Cenerentola nel suo programma radiofonico della CBS, esibendosi anche in una performance della canzone che aveva trionfato agli Academy Awards.

Non tutti, tuttavia, pensavano che Walt fosse all’altezza di Biancaneve. Nel suo libro del 1950, The Great Audience, il critico Gilbert Seldes piangeva la perdita del fascino folcloristico degli anni Trenta, sostituito invece dal “sentimentalismo”.

Ma Cenerentola non era una fiaba dell’era della Depressione come il suo predecessore. Mostrava la propria modernità, con la stilizzazione visiva di Mary Blair, la modesta raffinatezza di Cenerentola e  con una colonna sonora dal sapore pop. Walt Disney dimostrò ancora una volta la sua genialità e la sua lungimiranza, espresse dalla capacità di immaginare qualcosa di nuovo, senza accontentarsi della zona di confort. Non si cullava sulle formule vincenti dei successi del passato, ma cercava sempre nuove frontiere.

Walt aveva colpito nel segno e la lezione che trasse da successi come Cenerentola e Biancaneve non la dimenticò più: “per ogni risata ci deve essere una lacrima da qualche parte”.

Le otto curiosità

  1. Ilene Woods ha sofferto del morbo di Alzheimer negli ultimi anni della sua vita. Durante questo periodo, non ricordava nemmeno di aver interpretato Cenerentola, ma le infermiere hanno affermato che era molto confortata dalla canzone “A Dream Is A Wish Your Heart Makes”.
  2. La trasformazione del vestito strappato di Cenerentola in abito da ballo bianco è stata considerata il pezzo d’animazione preferito di Walt Disney.
  3. Per risparmiare sull’animazione della carrozza con la zucca, gli animatori hanno disegnato la carrozza in modo che sembrasse fluttuare nell’aria, così da non dover animare le ruote che giravano.
  4. Lucifero: grosso gatto, sinistro tanto quanto le sue padrone. E ce l’aveva con Cenerentola e la sua banda di topi. Ma da dove è venuta l’ispirazione per Lucifero? È stato modellato sul gatto dell’animatore Ward Kimball di nome Feetsy. Per preparare “Cenerentola”, Kimball studiò decine di felini, ma non riuscì a trovare un disegno efficace per il suo. Un giorno Walt Disney si recò a casa dell’animatore per parlare di lavoro e Feetsy continuò a sfiorare le gambe di Walt per tutta la durata della conversazione. Walt, che non amava i gatti, alla fine dichiarò: “Per l’amor del cielo, Kimball, ecco il tuo Lucifero proprio qui!”.
  5. Il Principe non viene mai chiamato “Principe Azzurro” nel film, né gli viene dato un nome personale.
  6. Secondo Marc Davis, uno degli animatori di questo film, almeno il 90% del film è stato realizzato con modelli in live action prima dell’animazione. la Walt Disney Productions non aveva le risorse per far sì che gli animatori avessero il giusto tempo per creare da zero il film. Per risparmiare denaro, lo studio girò l’intero film in live-action in modo che gli animatori avrebbero copiato i movimenti e la gestualità degli attori.
  7. A questo proposito un ruolo chiave lo ha avuto l’attrice Helene Stanley. Ha recitato come “attrice modello” per molti film Disney, così gli animatori potevano copiare i suoi movimenti, ecc. Oltre ad essere il “calco umano”  per Cenerentola, è stata anche Aurora (La bella addormentata) e Anita Radcliffe (La carica dei cento e uno).
  8. A causa dell’importanza di Topolino nel mondo Disney gli animatori hanno sempre aggiunto piccoli Mickey segreti nei loro film. Cenerentola ovviamente non sfugge alla regola. Possiamo scorgere la testa di questo iconico personaggio sulla carrozza nuziale su cui viaggiano il principe e Cenerentola alla fine del film e sotto forma di bolle quando Cenerentola sta strofinando i pavimenti.
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17 Agosto 2024

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