PRONTI QUASI PRONTI


Il produttore Domenico Procacci è un po’ infastidito che nello spazio “Pronti quasi pronti”, l’appuntamento tradizionale degli Screenings d’estate in programma nella giornata di chiusura, non scorrano, causa guasto tecnico in cabina di proiezione, le immagini degli 8 film ospitati e raccontati agli esercenti presenti. Per fortuna a fare gli onori di casa c’è il conduttore Maurizio Di Rienzo che recupera la situazione compromessa incalzando con domande gli invitati: registi, attori e produttori.

Opere prime
Emma sono io Woody Allen e Jonathan Demme sono i registi di riferimento di Francesco Falaschi, cinefilo e autore di saggi, per la sua commedia sentimentale Emma sono io (Istituto Luce). Debutto dopo i corti Furto in destrezza e Quasi fratelli. “Ho girato il mio film in un borgo del Duecento in Toscana con un cast giovane. La protagonista, Cecilia Dazzi, alle prese con l’organizzazione del matrimonio della sua migliore amica, soffre di un’euforia incontrollabile che arriva a sconvolgere la sua esistenza e le certezze degli altri. Ma nell’intimo Emma è una persona sincera, sebbene sopra le righe”.
Dario Migliardi ha voluto le facce comiche e stralunate di Fabio De Luigi e Neri Marcorè e un attore in crescita come Giuseppe Battiston (Pane e tulipani e Chiedemi se sono felice) per il suo esordio Un Aldo qualunque (O1 Distribution). “Nella Torino del 1978, un anno segnato dal rapimento Moro, e dal pontificato di 3 Papi, racconto l’incontro/scontro tra 2 giovani profondamente diversi, anzi opposti. Aldo è un ex comunista deluso dalla politica che si dà alle scommesse clandestine, il suo alter ego è un emarginato, un po’ religioso e un po’ pazzo. Ho mescolato molti accenti, a cominciare dal barese e ho voluto un omaggio a quel grande giocatore del Torino che fu Gigi Meroni”.

Gli amici di Cecchi Gori
My nane is TaninoMy name is Tanino è un film comico, avventuroso, con una vena di non sense, di comicità delirante. Perché in America? E’ un paese che ci fa ridere, un luogo delirante. Ho giocato con gli elementi della spettacolarità” spiega Paolo Virzì che augura al suo produttore e distributore Vittorio Cecchi Gori, con cui “ha potuto lavorare in assoluta libertà”, di risalire presto la china. A interpretare il ventenne Tanino da Castelluzzo in Sicilia, sognatore e velleitario, coinvolto per amore in un’assurda trasferta americana, il regista ha voluto Corrado Fortuna, un “assoluto debuttante” e accanto attori americani di noti serial televisivi. Progetti futuri? Andare alla Mostra di Venezia.
Anche Sergio Rubini saluta con affetto e stima Cecchi Gori prima di avventurarsi in L’anima gemella, un amore tra due giovani nella familiare Puglia, insidiato dalla gelosia di una cugina. “Un film dalla struttura tipica della commedia all’italiana, che sfrutta quella dimensione arcaica del Sud. E’ una storia d’amore giocosa, ma nasconde però un tema autentico: le persone si scelgono per quello che sono dentro e non per quello che appaiono”, afferma il regista che si è ritagliato la parte di un barbiere sfortunato e rockettaro, accanto agli interpreti Valentina Cervi e Michele Venitucci. Come per il film di Virzì, anche L’anima gemella sarà distribuito da Cecchi Gori, probabilmente in accordo con Medusa. che per il momento non ha inserito le due pellicole nel suo listino.

Crisi d’identità
Massima velocità Tratto dall’omonimo romanzo di Sandro Veronesi e interpretato da Bruno Ganz, Sergio Rubini, Sandra Ceccarelli, La forza del passato (Istituto Luce) è “una commedia e una tragedia allo stesso tempo” anticipa il regista Piergiorgio Gay. “Noi viviamo anni accanto a persone senza mai conoscerle veramente e se poi questo lato oscuro emerge con prepotenza crolla ogni certezza, come accade nel mio film”. E’ il caso di uno scrittore di libri per bambini/Rubini alle prese con la rivelazione di un padre in verità mai conosciuto.
Anche Mimmo Calopresti con La felicità non costa niente (Lucky Red) si cimenta con la crisi di vita di un quarantenne, architetto di successo sposato e con figlio: “Il problema della felicità tocca tutti e racconto la necessità di sognare. Quella di Sergio è la ribellione contro tutto e tutti”. Nel cast oltre a Francesca Neri, Peppe Servillo e Valeria Bruni Tedeschi c’è lo stesso regista, “è un periodo che mi piaccio abbastanza per sopportare la mia immagine sullo schermo”.

I figli di Procacci
Daniele Vicari, al suo esordio con Velocità massima (Medusa), e Matteo Garrone, con L’imbalsamatore (Fandango) fiaba noir apprezzata a Cannes, sono i nuovi astri nascenti del laboratorio Fandango, figure anomale e del tutto particolari nel panorama dei registi. Vicari si immerge nel mondo delle corse clandestine d’auto indagando il rapporto tra due giovani meccanici: “Mi interessava la qualità e l’inventiva tecnologica di coloro che truccano le auto in un paese dove l’automobile viene interiorizzata come idea della vita. Le location? Il litorale di Ostia, Ladispoli, l’Eur, i raccordi autostradali, la grande piazza di Roma Tre, non luoghi pensati per la società di massa”.
A Procacci il compito di presentare Garrone: “E’ un autore che sempre lavorato da solo. Il nostro goal è quello di permettergli di lavorare meglio, senza costringerlo dentro una gabbia”. Progetti futuri della Fandango? La produzione del nuovo film di Gianluca Tavarelli Liberi.

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