VENEZIA – È stato presentato ieri, in uno spazio dedicato alla 75esima Mostra del Cinema di Venezia dal titolo “Il nuovo quadro finanziario UE: opportunità per l’industria audiovisiva italiana”, un bilancio del sottoprogramma MEDIA di Europa Creativa. Nel 2017 l’Italia ha beneficiato del 6,2% dei contributi erogati da MEDIA, con dati altalenanti nei diversi settori. In particolare, su un totale di 110.819.279,9 euro, a 41 società e associazioni televisive sono andati 6.928.546 euro. Il programma MEDIA ha inoltre supportato la distribuzione di 31 film italiani in altri Paesi europei. La fetta più grossa, 3,7 milioni di euro, è andata 18 società indipendenti di distribuzione cinematografica. La formazione ha invece beneficiato di oltre 1 milione di euro, ovvero il 14% del totale fondi destinati alla formazione. I produttori sono stati sostenuti con circa 827mila euro. Alla promozione sono andati 364mila euro, per la film education si sono stanziati 280.500 euro mentre sono arrivati in Italia 315mila euro in fondi di coproduzione a sostegno del TFL Coproduction Fund & TFL Audience Design Fund del Museo Nazionale del Cinema di Torino. Nulla invece è andato alla produzione di opere online.
“Se dunque i dati relativi alla formazione possono definirsi più che positivi – ha commentato Enrico Bufalini project manager del Creative Europe Desk Italia – non si può dire lo stesso del sostegno ai produttori, così come difficoltosi sono gli aiuti ai film e documentari destinati alla programmazione televisiva laddove viene richiesto ai broadcaster di cedere al produttore i diritti di sfruttamento delle opere dopo un periodo massimo di 7 anni”. Deludente invece l’assenza di contributi concessi alle opere online.
Con il direttore generale della DG Connect Roberto Viola si è invece discusso sui punti fondamentali della proposta di regolamento della Commissione sul nuovo programma Europa Creativa. Si è partiti dalle tante novità che si sono susseguite negli ultimi anni, che hanno portato ad un profondo ripensamento del sistema di regole sull’audiovisivo, che culminerà nella revisione della Direttiva AVMS. Questa prevede, tra le altre cose, quote di produzione e programmazione a sostegno della produzione indipendente, quote sul VOD e la possibilità per gli Stati membri di imporre agli operatori on demand – anche quelli non localizzati sul nostro territorio – contributi finanziari alla produzione di opere europee e nazionali. Un sistema di regole che, dall’approvazione, dovrà essere recepito negli ordinamenti nazionali entro 21 mesi e che comporterà anche per l’Italia, la necessità di fare delle scelte importanti, ad esempio sul VOD.
La proposta di regolamento prevede che i due sottoprogrammi Cultura e Media vengano mantenuti, come negli anni passati, legati a Europa Creativa, una importante scelta di continuità che costituisce un doppio riconoscimento: il primo riguarda il successo del programma, il secondo è la constatazione che il settore ha bisogno di un sostegno per poter fare prodotti di qualità. Il nuovo regolamento, prevede, se sarà approvato, un aumento della dotazione finanziaria dell’intero programma Europa Creativa, in particolare quella del sottoprogramma MEDIA, sarà portata dagli 820 milioni di euro attuali a 1,081 miliardi di euro, con una crescita di oltre il 30%. L’invito da parte della Commissione – in vista dei negoziati in Parlamento e in Consiglio che porteranno all’approvazione del regolamento – è di evitare il rischio di cannibalizzazione tra i due strand cultura e media.
Un sostegno che non va considerato un sussidio e che è molto piccolo rispetto al valore complessivo del mercato delle imprese creative europee (circa un miliardo a fronte di 500 miliardi di valore), ma che comunque, integrato con i sistemi di contributi nazionali e regionali, costituisce un pilastro importante per il funzionamento dell’intero mercato necessario per rafforzare la competitività delle nostre imprese e garantire una ricca diversità culturale. L’on. Daniele Viotti, relatore al bilancio comunitario, ha inviato gli operatori del settore ad una mobilitazione per difendere l’aumento del budget proposto dalla Commissione, tenendo conto di alcune resistenze da parte di alcuni governi nazionali e più in generale delle ristrettezze delle risorse anche su altri settori economici e produttivi.
Un programma dunque che – ha commentato l’on. Silvia Costa (relatrice al Programma Europa Creativa) – ha ridato centralità alla dimensione culturale del progetto europeo, e che pur mantenendo le linee di azione che lo hanno caratterizzato negli anni, prevede per il futuro di dare maggiore risalto alle competenze digitali e alla mobilità degli operatori. Questo con il fine ultimo di creare uno spazio culturale europeo che, attraverso il cinema, la cultura e l’audiovisivo, valorizzi la diversità come un punto di forza dell’essere europei.
Permangono alcune criticità come la definizione di produttore indipendente assente nella proposta della Commissione, le sinergie con gli altri programmi europei per fare in modo che le imprese del settore beneficino di importanti risorse aggiuntive (Digital Europe, Horizon 2020, Erasmus oltre ai fondi strutturali) e lo spostamento del fondo di garanzia nel nuovo strumento finanziario Invest EU. La strada è quella giusta, lo dimostra il fatto che oggi l’audiovisivo è incluso nell’Anno Europeo del Patrimonio Culturale.
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