Con i suoi tre festival consecutivi, Montreal-Toronto-Vancouver, il Canada rappresenta un buon punto di riferimento per il mercato cinematografico. “C’è un intero mese di vetrina – sostiene Giorgio Gosetti direttore di Italia Cinema – senza contare l’appuntamento di Banff, che precede i tre, grande manifestazione dedicata all’audiovisivo”.
Qualche mese fa è stato proposto a Roma – deve essere però ancora approvato -“Progetto Canada”, uno sportello aperto per ogni tipo di contatto e informazione tra Italia e Canada gestito dall’Istituto per il commercio estero, sempre con la collaborazione di Italia Cinema, che potrebbe entrare in vigore già nel gennaio 2002.
In particolare l’Ice, spiega il direttore Angelo Infusino, metterebbe a disposizione una struttura qualificata come trait d’union con gli operatori canadesi, in particolare per quanto concerne i settori produttivo e distributivo. “L’Ice – afferma Gosetti – ha una rete mondiale potenzialmente più potente delle major americane. Il nostro lavoro però necessita di tempo perché certe idee si sedimentino e portino frutti. Ma se l’Ice diventa un partner del cinema italiano, si aprono possibilità che il settore non ha mai avuto prima. Al festival di Venezia, per esempio, è stata presentata la prima coproduzione tra Italia e Cina dai tempi, 1982, della serie televisiva Marco Polo di Giuliano Montaldo. Si tratta di un film digitale nato dal rapporto dell’Ice di Shanghai con Italia Cinema. Proprio ieri sono iniziate le riprese in Italia. Per quanto riguarda il Canada riteniamo si tratti di un banco di prova prioritario”.
All’iniziativa collabora anche l’Istituto Italiano di Cultura di Toronto. “Ma non in maniera specifica – precisa il direttore Carlo Coen – anche se siamo presenti al festival per il terzo anno consecutivo. Sulle coproduzioni posso dire che sono ormai il futuro del cinema. Per fare i film sono necessari budget sempre più alti e i mercati sono sempre più globalizzati. Rispetto al passato realizzare coproduzioni è più semplice, nonostante le immancabili complicazioni burocratiche. Al Festival è presente anche l’European Film Production e questo è un ottimo segnale della sempre maggior integrazione tra i mercati internazionali. Il Canada si trova in una posizione intermedia, tra l’Europa e gli Stati Uniti, essendo attento a entrambi i mercati. Da un lato è influenzato dal mercato americano, ma dall’altro ha un forte spirito indipendente”.
Il Canada rimane un paese di grandi potenzialità per il cinema europeo e italiano in particolare. “In questo paese – afferma sempre Coen – il cinema italiano sta andando bene, è apprezzato. Ma il nostro lavoro va accompagnato da una serie di strutture e da un appoggio distributivo che garantisca una diffusione capillare e continua. Non è facile vendere all’estero, perché bisogna attendere i risultati con pazienza. Ma questi risultati ci sono. Vale dunque la pena provare”.
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