Produzione italiana per il corto Il silenzio, in gara a Cannes

Il film di Farnoosh Samadi e Ali Asgari con Fatma Alakus, Cahide Ozel e Valentina Carnelutti prodotto da Kino Produzioni è in corsa per la Palma del cortometraggio


Il silenzio di Farnoosh Samadi e Ali Asgari con Fatma Alakus, Cahide Ozel e Valentina Carnelutti prodotto da Kino Produzioni è l’unico titolo di produzione italiana – e il primo dal 1997 – in corsa per la Palma d’oro del cortometraggio, la cui giuria sarà presieduta dalla regista giapponese Naomi Kawase. Nel corso della sua storia, il Festival di Cannes ha ospitato (e spesso premiato) nella sezione dedicata ai cortometraggi i primi lavori di autori come Don Siegel, Luigi Comencini, Agnès Varda, Alain Resnais, Vittorio De Seta, Luciano Emmer, Jane Campion e Nuri Bilge Ceylan. Prodotto da Kino Produzioni, Il silenzio conferma l’ottima annata della società guidata da Giovanni Pompili, vincitrice del Nastro d’argento con il corto Quasi eroi di Giovanni Piperno, premiata al festival Cortinametraggio per Giro di giostra di Massimiliano Davoli, e giunta alla realizzazione del primo lungometraggio, Il più grande sogno mai sognato di Michele Vannucci, con Alessandro Borghi, in fase di post-produzione.

Con Il silenzio, Kino Produzioni ha scelto di sostenere due autori legati all’Italia – dove hanno entrambi studiato – ma dal profilo internazionale: Ali Asgari è nato a Tehran e, dopo il diploma in cinema conseguito in Italia, ha diretto i cortometraggi More than Two Hours (in concorso a Cannes nel 2013 e al Sundance nel 2014) e The Baby (in concorso a Venezia nel 2014), presentati in oltre 500 festival di tutto il mondo e vincitori di più di 100 premi. Il silenzio è la sua prima opera girata fuori dall’Iran. Farnoosh Samadi è nata in Iran e si è diplomata all’Accademia di Belle Arti di Roma: ha iniziato la sua carriera di filmmaker all’Iranian Youth Cinema Society e ha scritto i cortometraggi More Than Two Hours e The Baby, diretti da Ali Asgari. Il silenzio è la sua prima regia.

Il film è la storia di Fatma e du sua madre, rifugiate curde in Italia. Durante la loro vista in ospedale, Fatma dovrebbe tradurre ciò che la dottoressa sta dicendo a sua madre, ma continua a restare in silenzio. 

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21 Aprile 2016

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