Premio Nobel a Peter Handke

Lo scrittore austriaco ha dato un notevole contributo al cinema in collaborazione con Wim Wenders, suo Il cielo sopra Berlino


Il premio Nobel per la letteratura 2019 è stato assegnato a Peter Handke “per un lavoro influente che con ingegnosità linguistica ha esplorato la periferia e la specificità dell’esperienza umana”. Lo scrittore austriaco, nel 2014, in occasione dell’attribuzione del Nobel per la letteratura al francese Patrick Modiano, dopo aver dispensato grandi complimenti al collega, si espresse con parole molto dure nei confronti del premio e propose anzi di abolirlo. “Modiano è davvero un autore notevole con un’opera unica – affermò – ma il riconoscimento, con la sua falsa canonizzazione della letteratura, non porta nulla di buono”. Secondo lo scrittore austriaco, autore di opere come Prima del calcio di rigore, Breve lettera del lungo addio, Infelicità senza desideri, il Nobel porta “un momento di attenzione, nelle pagine dei giornali”, ma per la lettura non porta nulla. Handke aveva ammesso che l’essere stato inserito nella rosa dei candidati al Nobel non lo aveva lasciato indifferente: “E allora ti infastidisci con te stesso perché ci pensi: è una cosa così indegna e al contempo si diventa per un po’ indegni noi stessi”.

Nato a Griffen, in Carinzia, il 6 dicembre del 1942 da padre austriaco e da madre slovena, Handke, che vive in Francia a Chaville, si è sempre distinto per il suo spirito polemico, tanto da continuare a ripetere “la narrativa è eterna, ma forse è vero, il romanzo è morto”. La madre morì suicida nel 1971, evento che ha segnato senza dubbio la sua vita, poi raccontato nel romanzo Infelicità senza desideri. Ha studiato giurisprudenza all’Università di Graz, ma senza mai laurearsi sia per il suo spirito critico sia per l’impegno precoce nella letteratura, nel teatro, poi con racconti, romanzi, saggi, poesie e diari. Nel 1966, a soli 23 anni, l’opera Insulti al pubblico lo rese famoso. Cospicuo il suo contributo al cinema con Il cielo sopra Berlino, nato dalla collaborazione con Wim Wenders un film leggendario di cui scrisse molti dialoghi, oltre a fornire la celebre poesia Lied vom Kindsein, che ne è quasi un filo conduttore, inoltre il regista tedesco ha tratto un film dal suo romanzo Prima del calcio di rigore. Con La donna mancina (Die linkshändige Frau, 1976) anche Handke sio è misturato nella regia. 

Nel 1966 si trasferì a Princeton, negli Stati Uniti, da dove è tornato in Europa per dedicarsi alla letteratura d’avanguardia. Nel 2016 ha ricevuto in Italia il premio Scanno e ha diviso metà del compenso con i terremotati del 24 agosto. Suscitò scalpore anche quando si schierò apertamente a favore della Serbia durante la guerra serbo-bosniaca. 

L’Accademia Svedese ha conferito anche il Premio Nobel per il 2018, che non era stato assegnato in seguito agli scandali sulle molestie, all’autrice polacca Olga Tokarczuk.

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10 Ottobre 2019

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