A un anno dalla scomparsa, avvenuta il 18 marzo 2016, la Fondazione Cineteca di Bologna, il CSC-Cineteca Nazionale e l’Istituto Luce-Cinecittà annunciano la creazione del Premio Carlo di Carlo, dedicato a progetti di ricerca di ambito cinematografico. Il Premio, del valore di € 5.000, verrà attribuito da una apposita giuria ad un progetto realizzato da ricercatori italiani, relativo al cinema del nostro Paese, dalle origini fino alla fine degli anni Settanta, avendo come oggetto momenti, figure e opere attorno ai quali manchino pubblicazioni esaustive.
A presentare il Premio Carlo di Carlo saranno a Bologna domani, giovedì 16 marzo, alle ore 17.45 nella Sala Cervi della Cineteca di Bologna (via Riva di Reno, 72) il direttore della Cineteca di Bologna Gian Luca Farinelli e il presidente dell’Istituto Luce-Cinecittà Roberto Cicutto. A seguire, verrà proiettato il film di Carlo di Carlo, Un sistema infallibile, realizzato nel 1976.
Carlo di Carlo era molto legato alla Cineteca di Bologna, che ne ha acquisito il fondo archivistico, e all’Istituto Luce-Cinecittà, con cui ha realizzato numerosi documentari e a cui aveva dedicato il film Lo sguardo del Luce, presentato alla Mostra del Cinema di Venezia nel 2014.
Stretto collaboratore di Pier Paolo Pasolini agli inizi degli anni Sessanta, ha legato il suo lavoro a quello di Michelangelo Antonioni, che ha seguito dal 1967 sul set di Blow Up e al quale ha dedicato una vasta opera editoriale.
Il regista francese è stato insignito del Premio alla Carriera Laceno d’Oro. La premiazione avverrà durante la 49esima edizione del Laceno d’Oro International Film Festival, che si terrà ad Avellino dal 1° all’8 dicembre 2024
La regista riceverà il premio per La Chimera il 13 novembre, con la proiezione del suo nuovo cortometraggio Allégorie citadine e un incontro
La motivazione del riconoscimento: “è un approccio sorprendente, commovente e innovativo al tema molto delicato dell'adozione”
"Costruisce ponti fra culture, generazioni e popoli”, si legge nella motivazione del riconoscimento, che per la prima viene attribuito a un regista che “si muove tra il più sofisticato cinema d'autore e l'attenzione per il pubblico”