Il romanzo storico di Antonio Scurati, M. Il figlio del secolo – premio Strega -, adattato da Massimo Popolizio per la piece teatrale omonima, dal 2 febbraio in anteprima nazionale al Piccolo Teatro Strehler di Milano, una co-produzione con Teatro di Roma e Cinecittà.
18 attori in scena per 80 personaggi in 31 quadri teatrali, una struttura circolare che si apre con l’ultima battuta del libro, per poi tornare a quella stessa fatidica frase pronunciata da Mussolini in Parlamento al momento di “addossarsi la croce del potere”: “Se il fascismo è stato un’associazione a delinquere, io sono il capo di questa associazione a delinquere”.
Il libro – e quindi lo spettacolo – racconta e mette in scena la vicenda dell’ascesa del Duce dalla fondazione dei fasci di combattimento, al discorso del 3 gennaio 1925 appunto, fino al dilagare dello squadrismo.
“Forse il fascismo non è il virus che dilaga, ma il corpo che lo accoglie. Queste parole di M., l’opera di Antonio Scurati che gli è valsa il Premio Strega 2019, sono uno dei motivi che ci hanno spinto a co-produrre la sfida lanciata da Massimo Popolizio, insieme al valore testimoniale della nostra memoria storica e al rapporto tra teatro e letteratura. Se si osservano le vicende dell’attualità, quelle parole, vecchie ormai di un secolo, continuano a produrre sinistre risonanze fattuali. Si è assaliti dal dubbio che il virus del fascismo non sia mai davvero debellabile, e che, sotto la cenere della democrazia i suoi tizzoni continuino a covare il calore capace, da un momento all’altro, di riattizzare i focolai dell’intolleranza e della prevaricazione. L’esercizio della memoria è l’unica difesa dai virus del passato. Cinecittà ha ritenuto opportuna la sua partecipazione a questo progetto in coerenza rispetto alla sua funzione di custode della memoria collettiva di questo Paese. Lo spettacolo di Popolizio è in sintonia anche con una delle missioni di Cinecittà. Non solo archivio di immagini e laboratorio cinematografico, ma luogo di produzione culturale multidisciplinare così com’è nella natura della Settima Arte, che è fatta anche di recitazione, di musica con le colonne sonore, di scrittura con le sceneggiature e di arte e fotografia. L’ambiziosa riduzione teatrale dei due libri di Antonio Scurati conferma quanto proficuo e felice possa essere il proposito, che Cinecittà condivide e promuove, di far dialogare tra loro le diverse espressioni artistiche”, dichiara Chiara Sbarigia, presidente di Cinecittà Spa.
Il testo dello spettacolo mira a portare in scena una rappresentazione plastica ed espressionista dell’affermarsi del fascismo: protagonisti sono il fondatore Mussolini, almeno quanto i suoi comprimari, che si esprimeranno in terza e prima persona, così Marinetti, D’Annunzio, Margherita Sarfatti, gli antagonisti Nicola Bombacci, Pietro Nenni e Giacomo Matteotti (colto anche nella commovente relazione epistolare con la moglie Velia), Italo Balbo, gli smobilitati della Grande guerra e tutta una nuvola di individui venuti dal basso.
Con M. Il figlio del secolo, Massimo Popolizio porta sotto la lente d’ingrandimento del teatro i sei anni che sconvolsero l’Italia.
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