Ploi, romanzo di formazione “in piume” e animazione

Un pulcino di piviere, Ploi, con una pernice, un falco, una pulcina, un topolino, una volpe, un cervo, un cigno, una pecora, un visone, un gatto, per un romanzo di formazione “aviaria”.

Una storia nordica, è infatti islandese il regista Árni Ásgeirsson: Ploi è avventura ed emozione, per la storia del pulcino di piviere che ha la paura del volo, a seguito di un trauma subìto alla prima lezione, limite che lo vincola nella migrazione verso le destinazioni calde e così la solitudine sopraggiunge inevitabile, ma l’amicizia lo attornia di affetto, e in fondo di coraggio, così che da pulcino fifone la trasformazione in eroe si compia, con un arco di cambiamento tradizionale quanto avvincente, soprattutto per il pubblico dei più piccoli e delle famiglie, che assiste anche all’importante tema dell’integrazione e collaborazione tra esemplari delle razze più disparate, nel nome della tolleranza e dei buoni sentimenti. 

Lo stormo è una famiglia, eppure il pericolo è in agguato quando quello dei pivieri in primavera torna al Nord, minacciato dal rapace cattivo, lì stanziale: ma se sull’orrore vince la bellezza è qui che danzano romantici tra le nuvole i futuri genitori di Ploi, prologo della sistemazione del nido in cui, da lì a poco, si schiude l’uovo, il pulcino nasce e la storia comincia, questa storia in animazione, dai colori pastello di delicatissimo effetto visivo, in cui la natura, non solo quella animale, la fa da padrone, tra verdi brillanti dei prati, polverosi celesti di mare e cielo, tipici dei suggestivi paesaggi nordeuropei, come d’altronde immancabili sono le distese di candida neve e le aurore boreali. Non in assenza di umani a corredo, presenti solo in forma di voce off. 

Con Altre Storie Distribuzione e Minerva Pictures, dal 21 novembre in sala.