Pippo Mezzapesa: “Al cinema bisogna difendere le proprie idee con tenacia”

Il regista, ospite di una masterclass del Festival, ha ripercorso i momenti salienti del proprio percorso artistico. A breve sarà sul set della terza stagione di 'Lidia Poet', la serie Netflix con Matilda De Angelis


Cortinametraggio si avvia alla conclusione il 23 marzo. Tra gli eventi di spicco del Festival, la masterclass a sorpresa con il regista Pippo Mezzapesa che ha riscosso un forte interesse, coinvolgendo i registi in concorso in un viaggio attraverso la sua carriera poliedrica. L’incontro, moderato dal critico cinematografico Francesco Alò, o  di Mezzapesa, dall’esordio fino alle recenti esperienze nel cinema e nelle serie TV.

Si è iniziato con Lido Azzurro (2002), corto vincitore del Festival Corto in Bra, dove in giuria figurava Paolo Sorrentino. Questo successo permise al regista di realizzare Zinanà (2003), un cortometraggio in super 16 che racconta la storia di una banda musicale di paese, vincendo il David di Donatello. Durante la masterclass, Mezzapesa ha ricordato anche Pinuccio Lovero, mockumentary che ritrae un personaggio reale e che ha rappresentato una sfida per il regista, portandolo a esplorare un genere poco diffuso in Italia.

Uno degli spunti più significativi dell’incontro è stata la riflessione del regista sulla necessità di adattarsi alle storie senza rincorrere un’unica visione sofferta del racconto. Ha sottolineato l’importanza del contatto diretto con il set, con gli artigiani e con gli attori per costruire una rete solida e un’identità artistica riconoscibile anche a livello internazionale. A tal proposito, ha citato la sua esperienza nella serialità televisiva con La legge di Lidia Poët (che a breve lo rivedrà dietro la macchina da presa), che gli ha consentito di sperimentare nuove forme narrative lontane dal suo immaginario abituale.

Dopo il film Il bene mio (2018), Mezzapesa è tornato alla Mostra del Cinema di Venezia con Ti mangio il cuore, un’opera caratterizzata da una forte carica emotiva e visiva, interpretata dalla cantante Elodie al suo esordio cinematografico. Il regista ha raccontato come la scelta della protagonista abbia dato slancio all’intero progetto, permettendogli di coniugare la sua visione autoriale con la volontà di raggiungere un pubblico più ampio.

Un altro capitolo fondamentale della sua carriera riguarda Non è Hollywood, un progetto nato dalla volontà di raccontare una storia complessa e radicata nella cronaca. In questo caso, il supporto del produttore Matteo Rovere con Groenlandia, con la collaborazione di Disney, si è rivelato essenziale. Mezzapesa ha evidenziato come il colosso dell’intrattenimento abbia accolto con apertura il progetto, spingendolo ad osare e a esplorare in profondità le vicende narrate. Un tema centrale dell’incontro è stato il rapporto tra regista e produttore. Mezzapesa ha raccontato le difficoltà incontrate nel convincere i produttori sulla validità delle proprie scelte, sottolineando l’importanza della determinazione e della capacità di proporre alternative in caso di rifiuto. Ha ricordato, ad esempio, come con il suo primo cortometraggio, realizzato con un budget limitato, abbia inviato un premontato in VHS ai David di Donatello senza particolari aspettative, ricevendo poi la notizia inaspettata della vittoria.

Infine, ha condiviso un consiglio ai giovani autori: nel mondo dello spettacolo è essenziale imparare a dire di no, sebbene all’inizio sia fondamentale accettare compromessi. L’importante è continuare a difendere le proprie idee con tenacia. Ha raccontato un aneddoto personale, ricordando come inizialmente fosse stato scartato dal Centro Sperimentale di Cinematografia, salvo poi essere suggerito per un importante incarico proprio da chi, anni prima, lo aveva giudicato “non adatto”. L’incontro si è concluso con un messaggio chiaro: la determinazione, la capacità di ascolto e il coraggio di perseguire la propria visione artistica sono elementi fondamentali per emergere nel mondo del cinema.

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20 Marzo 2025

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