“Sto preparando il mio prossimo capolavoro e sono proprio stressato”, dice scherzando Pif, al secolo Pierfrancesco Diliberto, conduttore televisivo e regista del successo La mafia uccide solo d’estate, e protagonista di uno degli incontri de Il cinema in giardino, organizzati nello spazio Garden della 72ma Mostra del cinema.
“Inizio a girare il 28 settembre – continua – parla dello sbarco degli americani in Sicilia, nel ’43. In quel periodo sono accadute alcune cose di cui ancora viviamo le conseguenze. Nel cast ci sono io, mi prendo sempre. E poi c’è Miriam Leone. I personaggi li ho voluti chiamare come quelli de La Mafia…, Arturo e Flora. Titolo provvisorio: In guerra per amore, ma magari cambio idea e lo chiamo Gli americani sbarcano solo a primavera. Ho paura, lo ammetto, proprio perché il primo film è andato bene. Se fosse andato male ora dovrei semplicemente negare di averlo mai fatto. ‘Regista io? Ma quando mai? Guarda che ti confondi?’. Speriamo non sia la fine di una carriera. Immagino già le retrospettive dedicate a me con due soli film, o il cofanetto dvd. Sono stato molto fortunato a poter parlare di mafia in un momento in cui, con accortezza, puoi farlo senza rischiare. L’ho potuto fare grazie ai pionieri come Peppino Impastato. Lì c’era il coraggio vero. Prendeva in giro Badalamenti per radio e quello gli abitava a due passi da casa. Ma per il nuovo film sto cercando di mettere in cantiere qualcosa di diverso”.
Il film di Anna Rose Helmer, realizzato nella 3a edizione 2014-15 di Biennale College-Cinema, vince lo Spirit Indipendent Award come miglior regista emergente
Fino al 5 dicembre cinque titoli italiani dell'ultima Mostra circoleranno nelle città brasiliane, tra cui Sao Paulo e Rio de Janeiro, tra questi anche Per amor vostro di Giuseppe Gaudino, vincitore della Coppa Volpi per l'interpretazione di Valeria Golino
Il cda della Biennale ha prorogato il direttore della Mostra del cinema di Venezia grazie alla nuova normativa introdotta in estate
Il delegato generale della Settimana della Critica, a fine mandato, analizza lo stato di salute del nostro cinema in un'intervista al sito Quinlan. "Il cinema italiano è malato, malato di qualcosa che non lascia sviluppare quei talenti – che a questo punto non so nemmeno più se ci siano – che vogliono rischiare con dei film più coraggiosi. Penso che chi ha le idee si diriga verso altre forme, verso le web series ad esempio, e il cinema d’autore soffra un po’ dei soliti dilemmi". A breve il Sindacato nazionale critici cinematografici indicherà il nuovo delegato generale