Rispettoso dell’opera originale. Raffinato per la messa in scena sontuosa, dal costume alla scenografia. Raggiante per la capacità di aver preso in mano un grande classico e aver individuato una chiave non invasiva e deformante, ma dinamica, di riproporre Piccole Donne. “La tanto amata storia delle sorelle March è al tempo stesso intramontabile e attuale”, per la regista Greta Gerwig.
Era il 1868 quando uscì, negli Stati Uniti, il primo dei due volumi scritti Louisa May Alcott, che con quello pubblicato l’anno successivo componevano il romanzo Piccole Donne, famoso con questo titolo dal 1880: da lì in poi è rimasto un sempreverde della Letteratura, giungendo sul grande schermo per sei volte, oltre a questa in uscita.
Il primo film era del 1933, diretto da George Cukor, con Katharine Hepburn per Jo March e Joan Bennet per Amy March, ruolo che fu poi di Liz Taylor nella versione del ’49.
La storia, come noto, si colloca nel periodo della Guerra di Secessione americana, momento in cui le sorelle March sono protagoniste nell’affrontare problemi economici, sentimentali e sociali. Spicca Jo, alter ego dell’autrice Alcott – qui un’espressiva Saoirse Ronan – senza dubbio pervasa da un forte desiderio d’indipendenza e libertà, sentire che la supporta anche nell’incoraggiare le sorelle, a dispetto delle fisse imposizioni sociali: il nuovo adattamento cinematografico si concentra con maggiore interesse sulla vita delle sorelle in età più adulta, con andirivieni temporali e un fuoco più tematico che narrativo.
Un gruppo d’attori d’alto profilo, tra cui appunto Saoirse Ronan (già protagonista di Lady Bird), con Emma Watson (Meg), Meryl Streep (Zia March), Louis Garrel (Friedrich) e Timothée Chalamet (Laurie), che si conferma lucente talento in questo ennesimo ruolo, differente ancora da tutti i precedenti dell’ultimo intenso periodo, e che lo battezza come davvero capace ed efficace con qualsiasi personaggio si misuri: dietro la macchina da presa Greta Gerwig, nel giugno dello scorso anno, a fronte del successo di Lady Bird, scelta per la regia che – curiosità di lavorazione – ha rinnovato anche un’abitudine di set, come già successa per il precedente famoso film da lei diretto, ovvero pare abbia omesso l’uso dei cellulari.
La colonna sonora è curata da Alexandre Desplat, che ha ottenuto una candidatura ai Golden Globe per la Migliore Colonna Sonora Originale, al premio concorre anche Saoirse Ronan, nella categoria Miglior Attrice di Film Drammatico.
Il film esce con Sony Pictures, il giorno di Natale negli Stati Uniti, e il 9 gennaio da noi.
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