Piccole donne crescono

Nel 2019 il 40% dei film campioni di incassi ha avuto protagoniste donne. In film diretti o scritti da autrici, per esempio in Piccole donne, c’è un 58% di protagoniste contro il 30% quando è un uomo ad essere dietro la macchina da presa o a scrivere il copione. Lo studio appena pubblicato del Center for the Study of Women in Television and Film della San Diego State University contiene luci e ombre. The Irishman di Martin Scorsese ha assegnato appena sette parole all’attrice Anna Paquin (la figlia del sicario Frank Sheeran nella saga Netflix sulla scomparsa di Jimmy Hoffa):  nel 2019 le donne hanno parlato meno che in passato con soltanto il 34% dei ruoli con dialogo, un calo dell’1%.

Hollywood è dunque un mondo ancora a prevalenza maschile ma nei giorni scorsi un altro studio aveva rivelato che nel 2019 i film diretti da donne erano finalmente presenti nel box office: 10,6 della top 100. L’aumento delle donne registe avrebbe avrebbe avuto un effetto direttamente proporzionale sulla distribuzione dei ruoli. L’incremento riguarda per la prima volta anche gli studios: finora erano piuttosto i film indipendenti a privilegiare le parti femminili ma adesso la forbice si sta chiudendo: 45% in produzioni delle major, contro il 55% nel cinema indipendente.

In “It’s a Man’s (Celluloid) World”, questo il titolo dello studio, si scopre inoltre che il casting si sta avvicinando alla parità dei sessi: se il 40% delle parti da protagonista sono andate a donne, il 43% dei film ha avuto protagonisti maschili, con il restante 17% di co-protagonisti maschi e femmine insieme. La proporzione è la più alta registrata da quando il centro di San Diego ha cominciato a tenere i conti: nel 2002 solo il 16% dei protagonisti di un film erano donne con una punta minima nel 2011: appena l’11%. Il rapporto si è basato su 2.300 personaggi dei 100 film di maggior successo dell’anno sulla base dei dati raccolti da Box Office Mojo che include titoli come Avengers: Endgame, Joker e Maleficent: Mistress of Evil.